La storia del calzaturiere di Northampton che catturò Rudolf Höss

La storia del calzaturiere di Northampton che catturò Rudolf Höss

Come ha fatto un calzaturiere di Northampton a catturare Rudolf Höss? Grazie alla conoscenza della lingua tedesca, appresa nel suo soggiorno in Germania dove si era trasferito per lavoro. È la storia di Victor Cross, che lavorava nell’azienda di famiglia, la British Chrome Tanning Company di Northampton. È stato lui a guidare le indagini e a far confessare alla moglie di Höss dove si trovasse il marito, l’ufficiale delle SS che creò il campo di concentramento di Auschwitz e lo diresse per i primi 2 anni.

La storia

A ricostruire la storia di Victor Cross (in foto a sinistra) è il documentario BBC “Rise of the Nazis: The Manhunt”. Cross si occupava dell’acquisto dei pellami utilizzati dall’azienda di famiglia per la produzione di scarpe da donna di alta qualità. Suo padre lo spedì in Germania per affinare le sue competenze e qui Victor imparò a parlare fluentemente il tedesco. Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, nel 1939, Cross si arruolò nell’esercito britannico. Poi passò ai servizi segreti, che reclutavano persone capaci di parlare la lingua tedesca.

 

 

Dopo la guerra

Alla fine della guerra, il capitano Cross fu inviato in Germania con il compito di catturare gli ex nazisti in fuga. Nell’elenco che gli consegnarono figurava anche il nome di Rudolf Höss (in foto a destra). In un rapporto ufficiale dell’esercito datato 15 marzo 1946, il capitano Cross descrive la cattura del criminale tedesco. Prima arrestò la moglie, che durante gli interrogatori in prima battuta sosteneva che il marito fosse morto. Ma dopo sei giorni la donna crollò e fornì l’indirizzo dove alloggiava il marito. L’11 marzo 1946, in una fattoria nei pressi di Flensburg, “Höss fu sorpreso in pigiama”. L’ex comandante nazista viveva e lavorava sotto il falso nome di Franz Lang. “Ma ha ammesso la sua vera identità dopo 10 minuti dal suo arresto”, ha scritto il capitano Cross.

La responsabilità

“La cosa più sconcertante di tutte è stata la fredda stima secondo cui solo ad Auschwitz furono uccisi col gas due milioni e mezzo di ebrei” scrisse Cross alla fine del suo rapporto. Il capitano britannico tornò alla vita civile e continuò a lavorare nell’azienda di famiglia fino al suo pensionamento. È morto all’età di 75 anni nel 1988. (mv)

 

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