Amazon, JDcom e Alibaba hanno piani di espansione nel lusso

Amazon, JDcom e Alibaba hanno piani di espansione nel lusso

Amazon, JDcom e Alibaba, cioè i big dell’e-commerce, vanno alla conquista della moda e del lusso. Gli acquisti online aumentano e hanno davanti a sé un radioso futuro, specie grazie ai consumatori cinesi. I tre player varano strategie per accaparrarsi un mercato che tutti reputano interessante. Ma sono destinati a salvare la moda o a diventare un nemico da combattere?

Amazon, JDcom e Alibaba

Amazon ha aperto una sezione chiamata Amazon Luxury Store. Il primo marchio presente è Oscar de la Renta, ma ce ne sono altri pronti ad aprire le loro vetrine virtuali. Per il momento, scrive Forbes, il sito è visitabile solo su invito dai clienti Amazon Prime negli Stati Uniti. Una delle funzioni più interessanti a disposizione è “View in 360”, che permette di osservare i prodotti a 360 gradi per valutarne la vestibilità. Oltre al Luxury Store, che fa molto Tmall di Alibaba, Amazon ha siglato una partnership con il British Fashion Council per il lancio di “Amazon Fashion X London Fashion Week”.

I progetti di JDcom

JDcom, portale cinese da 400 milioni di utenti, investe, incoraggiato dagli ottimi risultati riscontrati durante la pandemia Covid-19. La piattaforma propone i prodotti di oltre mille marchi di moda e di lusso. Alcuni di questi (WWD cita Prada e Miu Miu) hanno iniziato ad operare con una soluzione omnichannel: la gestione dell’inventario è integrata al negozio online su JDcom. Un servizio che presto verrà esteso ad altri marchi di lusso, come Salvatore Ferragamo, Tod’s, Ermenegildo Zegna e Delvaux. Una iniziativa volta pure ad attrarre più marchi nel portale, che vuole fare concorrenza ad Alibaba.”Vogliamo essere il re del lusso e abbiamo il potenziale per farlo – ha detto Kevin Jiang, presidente della divisione international and fashion della piattaforma, a WWD –. Il potenziale di vendita del lusso in Cina nei prossimi due o tre anni tramite e-commerce potrebbe essere enorme“.

 

 

E quelli di Alibaba

Alibaba fa uno scatto in avanti: da semplice rivenditore si trasforma in produttore. Il gruppo ha reso nota al mondo la sua fabbrica digitale pilota aperta nella città di Hangzhou. Si chiama Xunxi digital factory e produce in base ai flussi di dati ottenuti dalle abitudini di acquisto degli utenti. La fabbrica, che secondo Bloomberg “ha operato sotto copertura negli ultimi tre anni”, è inserita nell’ambito della filosofia “produzione intelligente” che coinvolgerà anche le aziende presenti sul territorio. Queste, sfruttando l’intelligenza artificiale e l’internet delle cose, potranno personalizzare e razionalizzare la produzione (qualità, volumi e tempi di consegna) in base alla domanda dei consumatori. Così aumenteranno i profitti e si ridurranno i volumi di magazzino. Lo stabilimento di Xunxi è dotato di macchine da taglio e da cucire e di nastri trasportatori che possono essere manovrati da remoto tramite smartphone, afferma Alibaba. Il punto di partenza è l’abbigliamento. L’obiettivo sembra ben più grande: aiutare il maggior numero possibile di produttori cinesi ad analizzare i dati, automatizzare la logistica e mantenere l’inventario just-in-time. Quanto, cioè, Alibaba già fa per le catene di negozi cinesi e i rivenditori di grandi dimensioni. Alibaba, riporta Wired, stima che la fabbrica possa essere in grado di aumentare l’efficienza produttiva dal 25% ad una media del 55%, riducendo anche i volumi di invenduto che pesano per circa il 30% sulle perdite del settore. (mv)

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