Silent Mipel a Seoul racconta la dinamicità del mercato coreano

Silent Mipel a Seoul racconta la dinamicità del mercato coreano

“Piccolo è bello”. Il mercato coreano conferma la sua dinamicità a Silent Mipel Leather Goods Showroom, che chiude domani a Seoul. Le aziende italiane presenti sono soddisfatte della partecipazione e tracciano un primo bilancio dell’evento che si è svolto in versione phygital. Le tendenze moda coreane premiano la pelle italiana, le minibag e le dimensioni contenute. Ecco le impressioni di Federica Terrida della pelletteria Terrida di Spinea (Venezia) e Niccolò Giannini di Nico Giani (Firenze) che raccontano la dinamicità del mercato coreano.

Dinamicità del mercato coreano

Dice Federica Terrida

Silent Mipel Leather Goods Showroom è un’iniziativa lodevole che rappresenta un evento-esempio. Una manifestazione che sfida il mercato, ci permette di farci conoscere a nuovi clienti e di mantenere il rapporto con i vecchi in attesa di tornare al contatto fisico. La pandemia ci ha insegnato nuovi modi di vendere e partecipare all’iniziativa coreana ci ha dato la possibilità di acquisire nuovi contatti e potenziali ordini. Il tempo ci darà se e come verranno sviluppati. Dobbiamo essere realistici: il processo di acquisto è più lungo e incerto rispetto a un evento in presenza. Lavoriamo già da anni col mercato coreano con le linee più sportive (sacche da golf in particolare) personalizzabili e oggi stiamo aprendo ad altre linee, sempre in pelle conciata al vegetale, con buoni riscontri.

 

 

Dice Niccolò Giannini

L’evento è una ottima opportunità per entrare in questi mercati. Sono molto contento di aver partecipato. Per avere un bilancio completo e concreto occorreranno almeno una decina di giorni per vedere quali contatti e quali preordini si tramuteranno realmente in commesse. Nel caso dei grandi buyer, le proposte di acquisto subiscono un’attenta valutazione e la situazione congiunturale offre budget non molto ampi destinati a nuovi ingressi. C’è comunque grande interesse da parte dei visitatori ed è stato fondamentale avere una presenza in loco. A livello di stile, bisogna considerare la struttura fisica dei coreani e la loro propensione tecnologica. In altre parole, meglio borse piccole, colorate che lasciano le mani libere per interagire con tablet, smartphone e altri device. Mentre da altre parti del mondo arrivano ancora richieste di borse capaci di custodire un foglio A4, da Seoul queste domande non arrivano più da tempo. (mv)

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