White: una scoperta continua. Impossibile non imbattersi in start up, nuovi brand, aziende alla loro prima volta espositiva percorrendo il salone milanese. White è iniziato ieri, 20 febbraio 2020, suddiviso in 4 location situate lungo via Tortona. Chiuderà domenica, 23 febbraio.
La fiera dell’artigianalità
La prima new entry è Traffico. Espone al Basement, dove Marco Antonio Marra, giovanissimo pugliese, propone le sue calzature made in Salento. Modelli neoclassici con tagli interessanti, materiale tutto a km zero. È per la prima volta a White anche un marchio che ha superato i 55 anni come Pellico, esponente della migliore scuola veneta. Perché a White? “Per intercettare i buyer alla ricerca di un prodotto esclusivo. E infatti a White non si punta ai grandi numeri, ma alla qualità e all’unicità”. Pecbeg è un nuovo brand che, a dispetto del nome, nasce a Roma da un’idea di Daniela Rappazzo. Borse come sacche del pane e minishopper in nappa, vitello laminato, cuoio. “White è una base di partenza per l’estero. Puntiamo al mondo arabo con una capsule ad hoc”.
Focus on Sicily
Anche quest’anno una location di White ospita la Regione Sicilia. Qui espone Jadise che sulle borse in cavallino, struzzo e camoscio ripropone anche la stampa delle maioliche siciliane. “White è la fiera dell’artigianalità, esserci è un privilegio”.
Gli accessori escono dal loro spazio
Nella sezione specificatamente destinata agli accessori (che abbondano indistintamente nelle altre sedi della fiera) propone per la prima volta i suoi capi in pelle The Jackie Leathers. “Speriamo di intercettare il mercato estero, essendo già ben posizionati in Italia. Abbiamo già contatti in Giappone e Portogallo. Da White ci aspettiamo buyers attenti. A dispetto delle campagne che la attaccano, noi abbiamo notato un’attenzione particolare verso la pelle”.
Leggi anche:
