Game over: Tiffany passa a LVMH che azzera e francesizza il board

Game over: Tiffany passa a LVMH che azzera e francesizza il board

Game over. LVMH ha annunciato ieri, 7 gennaio 2020, di aver completato l’acquisizione di Tiffany. Contemporaneamente ha ridisegnato i ruoli chiave del marchio. In pratica ha azzerato il board del brand americano, francesizzandolo in modo strutturale.

Game over

Anthony Ledru (vicepresidente esecutivo delle attività commerciali globali di Louis Vuitton e in passato già da Tiffany, nel riquadro in alto) è il nuovo CEO. Prenderà il posto di Alessandro Bogliolo che resterà in azienda fino al 22 gennaio per il passaggio di consegne. Alexandre Arnault, 28 anni (nel riquadro in basso) che gestiva il marchio tedesco di valigeria Rimowa (alla cui guida è arrivato Hugues Bonnet-Masimbert), sarà Responsabile del Prodotto e della Comunicazione. Michael Burke (nel riquadro a destra), presidente e amministratore delegato di Louis Vuitton, diventerà presidente del CdA. Oltre a Bogliolo, lasceranno Tiffany sia il direttore artistico Reed Krakoff , sia la vicepresidente esecutiva e CBO Daniella Vitale. Come riporta Italia Oggi,  saranno 5 i dirigenti di Tiffany che usciranno dal board in cambio di un controvalore complessivo di 100 milioni di dollari.

L’ok degli azionisti

“Siamo ottimisti riguardo alla capacità di Tiffany di accelerare la sua crescita e innovare” ha commentato Bernard Arnault, CEO di LVMH, in un comunicato stampa. L’ultima e decisiva svolta per il più grande deal dell’industria del lusso è arrivata a fine dicembre. In altre parole, con l’approvazione da parte degli azionisti di Tiffany della proposta di acquisto di LVMH a un prezzo per azione ribassato rispetto a quello di partenza. Gli americani, infatti, hanno accettato di cedere le loro quote a 131,5 dollari l’una invece che a 135, portando il valore definitivo dell’operazione a 15,8 miliardi di dollari.

Come si è arrivati fin qui

L’interesse di LVMH per Tiffany era stato per la prima volta espresso nel novembre 2019. Le consistenti perdite di Tiffany dovute alla pandemia da Covid-19 hanno spinto, però, LVMH a defilarsi dall’affare a settembre 2020. Gli americani, per tutta risposta, sono passati alle vie legali per impedire lo sfumare delle trattative. Il tutto, accusando i francesi di aver mandato a monte l’operazione su pressione dell’Eliseo. LVMH rispose che l’adozione da parte di Tiffany di politiche economiche troppo rischiose in un periodo di crisi la rendeva un acquisto “non conveniente”. Schermaglie che, alla fine, non hanno impedito di raggiungere un accordo. (mv/el)

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