Vendere o non vendere: l’unica barriera è la qualità

Vendere o non vendere: l’unica barriera è la qualità

C’è poco da prendersela con i family business italiani. Se decidono di cedere la proprietà (ma non il controllo) dell’azienda a nuovi soci, magari esteri, è perché non hanno altra scelta. Per crescere nel mercato globale, servono maggiori capitali da investire: semplice. Non ce la si può prendere, tanto meno, con i gruppi globali del lusso. Specie con quelli francesi: proprio loro hanno dimostrato di credere nel made in Italy più di tanti altri. Nel nuovo numero del mensile La Conceria andiamo a fondo del dilemma “vendere o non vendere”.

L’intervista
Ci aiuta in questo approfondimento Romano Benini: docente universitario, giornalista e autore TV. Nel 2018 ha pubblicato con Donzelli “Lo Stile Italiano – Storia Economia e Cultura del Made in Italy”, un’analisi su scala millenaria per leggere l’evoluzione della moda nel suo contesto economico e istituzionale. “Serve una Fincantieri della moda, un gruppo competitivo sul mercato – risponde -. Perché si tratta di concorrere con i francesi, che sanno cos’è la qualità ed hanno saputo investirci. Ora hanno triplicato le proprie dimensioni».

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