Lineapelle97, day 3: il ruggito dei materiali per il fashion

Visitatori al terzo giorno di Lineapelle97

“Una fiera scintillante”. Lo dice con il sorriso Giancarlo Dani, Cavaliere del Lavoro e amministratore delegato del gruppo conciario Dani, particolarmente soddisfatto per l’andamento di Lineapelle97. “Il primo giorno è stato molto buono – riprende l’imprenditore veneto -, nel secondo abbiamo incontrato molti fornitori mentre oggi la situazione è più calma, ma è normale per il terzo giorno”. Un’impressione che ricalca quella di molti altri espositori, felici per il movimento registrato nella prima giornata in cui i visitatori sembrano essersi concentrati proprio negli spazi dedicati alle concerie, dedicando invece nel secondo più tempo a quelli di accessori e tessuti. “Ho notato una scarsa presenza di operatori del settore calzaturiero” sottolinea Roberto Centomo, alla guida dell’omonima azienda con la sorella Emanuela, e con il quale concorda Rocco Finco, responsabile Finanza e Controllo alla Conceria Finco 1865, che parla di visitatori “poco attenti”. Molto positivi sono stati invece gli incontri, a detta di Finco, con gli altri operatori della filiera: “È stata un’ottima occasione per interagire, per approfondire alcuni temi e parlare di nuove proposte“.

Felice di tornare
“Siamo molto felici di essere tornati ad esporre a Lineapelle – ha detto Fabrizio Masoni della Conceria Masoni -: una fiera moderna, diretta e internazionale. Qui si respira l’aria del mondo. Siamo soddisfatti anche dell’affluenza di visitatori al nostro stand che ha superato le aspettative. Non abbiamo visto i classici curiosi, solo addetti ai lavori, visitatori di qualità, che hanno apprezzato sia gli articoli classici sia le capsule di novità che abbiamo portato a Lineapelle”.

 

 

In attesa
Per Metallurgica Lombarda, che produce chiodi e semenze per calzatura, la fiera ha confermato quanto già era noto: l’epopea della sneaker ha sottratto quote importanti alla calzatura con fondo in cuoio e, dunque, il calo dei chiodi in termini di volumi è evidente. “Ma il fenomeno è destinato a rientrare – commenta Sergio Brizzi – Per la nostra azienda che ha una vocazione unica, si tratta di attendere un bilanciamento ora assente”. Molto soddisfatti dell’andamento di Lineapelle i titolari del Tacchificio Monti che opera prevalentemente sul mercato italiano: “Una fiera estremamente positiva, vivace – dicono allo stand – che riflette l’esigenza dei produttori di diversificare e presentare sempre nuove proposte”. Sollini Gino, che invece esporta in tutto il mondo la sua vasta gamma di accessori (dai fili, alle cerniere, dai rinforzi agli imballi e che distribuisce diversi marchi) individua nella rassegna un momento di incontro e confronto, ma non prevalentemente di vendita, spiegando quanto questo sia oggi spostato “in altri ambiti i cui il cliente si sente maggiormente coccolato”. Come dire che il servizio a domicilio e comunque taylor-made anche in fase di presentazione è subentrato, “ma Lineapelle ha una funzione di immagine“.

I visitatori
Buyers motivati, che sanno cosa vogliono: è il caso dei compratori di a.testoni (marchio calzaturiero bolognese) che sono alla ricerca di materiali ecocompatibili: “L’onda verde sta influenzando i consumatori in maniera determinante, tanto che i negozianti richiedono molte più informazioni da fornire ai clienti. Una moda? No, la consapevolezza, soprattutto nei giovani, sembra reale e la generazione che sarà in grado di acquistare fra 10 anni farà ancora più attenzione alle dinamiche ambientali”. Prima visita a Lineapelle per Momokoko Kato, shoe designer giapponese che ha scelto la fiera “per i suoi alti contenuti di moda”. “Una rassegna imprescindibile” anche per la stilista di Cafunè, marchio che vende calzature e pelletteria in Europa e Stati Uniti. E poi ci sono compratori di Hong Kong, schierati nei diversi padiglioni: “Lineapelle significa moda e innovazione, siamo alla ricerca di materia prima e di accessori prevalentemente made in Italy”. (ac/art/mvg)

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