Aumentare continuamente i prezzi in Cina forse non funziona più

Aumentare continuamente i prezzi in Cina forse non funziona più

Aumentare continuamente i prezzi: è la scelta giusta? Le griffe del lusso lo fanno anche per aumentare la desiderabilità dei prodotti. Si rivolgono a consumatori che non hanno problemi a spendere. Specie a quelli che, se particolarmente giovani, non guardano con lo specchietto retrovisore quanto costava lo stesso prodotto 3 anni fa. Eppure, secondo qualcuno, alla lunga, questa strategia potrebbe essere controproducente. Il primo test avverrà in Cina in un mercato che tra lockdown, economia in rallentamento e la tendenza guochao, non è quello di qualche anno fa.

Creare desiderabilità

“Aumentare continuamente i prezzi è il modo più semplice per creare desiderabilità”, sentenzia Arnold Ma, dell’agenzia di marketing Qumin. Secondo lo stesso imprenditore cinese questa non è una strategia a lungo termine. Non è nemmeno tanto ben ponderata: a suo dire, appare solo “un tentativo di creare scarsità artificiale”. Lo riporta Jing Daily. C’è anche un altro aspetto, a proposito della composizione della platea di fashion-addicted della Repubblica Popolare, da considerare. Il report “The new faces of chinese luxury shoppers” di Oliver Wyman mostra che il 50% degli acquirenti cinesi di accessori di lusso e moda è entrato nel mercato tra ottobre 2020 e settembre 2021. Vuol dire che non conoscono i prezzi praticati in precedenza. Quest’anno secondo il report tale quota di pubblico guiderà oltre l’80% della crescita del mercato.

Il test in Cina

Lo stesso Ma sottolinea come la politica di aumento dei prezzi abbia funzionato bene “quando l’economia cinese era in forte espansione e la crescita del PIL a due cifre”. Ma la stessa politica 2in futuro potrebbe essere controproducente”. Ci sono tre questioni in ballo. Il calo del consumo di lusso del 40% calcolato da Barclays nel periodo aprile-luglio 2022, per cominciare. Poi: la “prosperità comune” del governo potrebbe scoraggiare gli acquisti. E infine: la crescita della qualità della produzione locale, combinata con l’aumento del sentimento nazionalistico e il movimento di orgoglio patriottico Guochao. Un mix che ha già probabilmente determinato il calo delle vendite del lusso. E che indica come “l’appetito della Cina potrebbe non essere così alto come in passato”. La Cina sarà dunque il mercato test per vedere se la politica di aumentare i prezzi funziona ancora o va rivista. (mv)

Foto d’archivio Shutterstock

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