Coronavirus può costare al lusso 10 mld di Ebitda e 40 di vendite

Il Coronavirus costa al lusso 10 mld di Ebitda e 40 di vendite

10 miliardi di Ebitda e 40 di vendite. È quanto può costare il Coronavirus all’industria globale del lusso nel 2020. Lo sostiene un’indagine sull’impatto del COVID-19 nel mondo del lusso condotta da Altagamma con Boston Consulting Group (BCG) e AB Bernstein. Il campione di dirigenti (CEO e CFO) di aziende dell’alto di gamma si aspetta una diminuzione del 15% dell’Ebitda: significherebbe la potenziale perdita di circa 10 miliardi di euro. Altrettanto duro il colpo per le vendite e gli stock.

10 mld di Ebitda e 40 di vendite

Il giro d’affari dei beni di lusso potrebbe diminuire di 30-40 miliardi di euro. In pratica, il valore del mercato, come calcolato da Vogue Business, si attesterebbe nella forbice tra i 309 e 319 miliardi di euro. L’analisi ha anche preso in considerazione gli effetti sul magazzino: secondo la ricerca sono tra i 10 e i 15 milioni i prodotti destinati al mercato cinese che resteranno invenduti. L’impatto maggiore avverrà, secondo i dirigenti, nei prossimi 3-6 mesi, il che presuppone, a conti fatti, che il 2020 sarà un anno critico per il segmento alto di gamma. Tuttavia, la fiducia resta elevata: il 61% degli intervistati conta di raggiungere nel 2021 i target di fatturato prefissati nel periodo anteriore al contagio. L’atteggiamento generale, spiega la ricerca, è quello di sperare per il meglio, ma prepararsi al peggio.

 

 

Secondo Deloitte

In un contesto critico arriva anche qualche segnale positivo. Secondo Deloitte il settore Fashion & Luxury “ha la forza per reggere l’impatto economico“. Lo sostiene Patrizia Arienti, Consumer Leader per il Fashion & Luxury EMEA (Europa, Mediterraneo e Nord Africa): “Il settore – spiega – sta inevitabilmente mostrando un rallentamento, ma confidiamo che le aziende del Fashion e lusso italiano abbiano la forza per reggere l’impatto economico. I primi segnali incoraggianti che arrivano dalla Cina, con il raggiungimento del picco dei contagi e una seguente stabilizzazione, sono di buon auspicio per le prossime settimane. Allo stesso tempo è necessario un piano d’azione mirato per il settore, che veda coinvolti tutti gli attori istituzionali e del mondo delle imprese”.  (mb)

Immagine da Shutterstock

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