Da Prada a Kering, il risparmio energetico una priorità del lusso

Da Prada a Kering, il risparmio energetico una priorità del lusso

Prada premia il risparmio energetico con un concorso tra i suoi siti produttivi. Il gruppo italiano è anche tra i firmatari del Collective Virtual Power Purchase Agreement promosso dal Fashion Pact. È il contratto virtuale con il quale 12 attori del lusso (come Kering e Salvatore Ferragamo, per esempio) si impegnano a raggiungere l’obiettivo di consumare il 100% di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili entro il 2030. Una dimostrazione concreta che l’industria della moda può affrontare in comune le questioni e risolvere insieme i problemi.

La gara del risparmio energetico

Prada ha indetto la gara del risparmio, dicevamo. Vi parteciperanno tutti gli stabilimenti produttivi e le sedi italiane del gruppo (negozi esclusi). Il sito che risparmierà di più sui consumi di energia elettrica (bolletta settembre-dicembre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) vincerà un premio da distribuire a tutti i dipendenti. La gara interessa circa 4.000 lavoratori in tutta Italia. Come specifica Il Sole 24 Ore, ogni dipendente della sede prima classificata riceverà un bonus di 500 euro, quelli della seconda classificata 300 euro e 200 euro andranno a quelli della terza.

Il contratto virtuale

Lo stesso gruppo italiano del lusso figura tra i 12 firmatari del Collective Virtual Power Purchase Agreement. Il contratto prevede l’impegno ad acquistare il 100% di energia elettrica rinnovabile entro il 2030. Oltre a Prada, Kering e Ferragamo hanno sottoscritto l’accordo anche Bally, Capri Holdings ed Ermenegildo Zegna group. Insieme a Farfetch, PVH, Ralph Lauren, Tapestry, Under Armour e Zimmermann.

L’impegno comune

Riferendosi al Fashion Pact, il CEO di Kering François-Henri Pinault afferma su WWD: “Ora stiamo passando all’azione con il lancio di questa iniziativa che mira ad accelerare la transizione verso l’energia pulita. È una chiara dimostrazione che le aziende possono essere parte della soluzione se vanno oltre i requisiti obbligatori e se concentrano i loro sforzi sulle stesse iniziative”. Marco Gobbetti, CEO di Ferragamo, commenta: “L’azione collettiva ha un impatto maggiore rispetto alle azioni dei singoli attori. Questo contratto dimostra che insieme possiamo davvero essere pionieri di un cambiamento sistemico”. (mv)

In foto lo stabilimento Prada di Levanella

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