Dalle Twin Towers a Covid, i 20 anni di Belloni in LVMH

Dalle Twin Towers a Covid, i 20 anni di Belloni in LVMH

Toni Belloni, la fortuna di essere italiano e la sua “economia di conoscenza” in LVMH. È la definizione usata dal direttore generale del gigante francese per descrivere il vantaggio di gestire 75 brand. Dalle Twin Towers a Covid, Belloni può riepilogare con il Sole 24 Ore vent’anni di esperienza ai vertici dell’alto di gamma. LVMH in Italia ha 31 siti produttivi, investe ogni anno oltre 100 milioni di euro e dà lavoro a 11.000 persone. Tra le urgenze del manager, ora, ci sono la performance della pelletteria, il valore dei negozi e dei giovani consumatori .

Dalle Twin Towers a Covid

“In vent’anni ho vissuto un trend di grande espansione dei prodotti di lusso – racconta Belloni –. C’è stata una crescita media annua attorno al 5-6 per cento. Ma anche tre momenti molto critici: 11 settembre 2001, la crisi finanziaria del 2008 e il Covid nel 2020”. Il manager ha ben chiaro l’obiettivo: uscire dalla crisi più forti di prima. “La pandemia è uno stress test, ci ha costretto – sono le sue parole – a reinventare ogni anello della catena del valore, ci ha dato una nuova agilità e nuove sensibilità”. Belloni ha espresso soddisfazione per i risultati ottenuti nel 2020 da LVMH, soprattutto perché il gruppo ha “rinforzato la leadership, facendo meglio dei concorrenti, per esempio nel nostro settore chiave moda e pelletteria”. Le maison di LVMH operano sul concetto di “desiderabilità a lungo termine” perché “non si può rimanere statici, con il rischio di diventare polverosi. Si deve innovare con coraggio”.

 

 

La distribuzione

Il futuro sarà omnicanale, tra boutique e digitale. “Certamente qualche negozio chiuderà, perché si trova nel posto sbagliato – ammette Belloni –, ma strategicamente credo che il canale di vendita digitale si integrerà con quello fisico. I negozi dovranno innalzare il livello di servizio e offrire esperienze innovative”. Quanto allo sviluppo delle vendite in futuro: “Le generazioni Y e Z rappresentano un buon 40% del mercato globale del lusso e praticamente il 100% della crescita ogni anno”.

Economia della conoscenza

Il dirigente supervisiona e coordina i 75 marchi nell’orbita di LVMH. Ciò gli permette di sviluppare tra queste “un’economia della conoscenza”. Belloni è fiero di essere nato italiano, cosa che considera “una fortuna formidabile”. Perché? “Nel lusso la nostra cultura umanistica, la predisposizione alla comunicazione e ai rapporti umani, il senso estetico, l’arte di saper vivere, ci rendono equipaggiati a fare bene!” (mv)

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