Diego Della Valle: “Cerco chi si occupi più di me dell’azienda”

Diego Della Valle: “Cerco chi si occupi più di me dell'azienda”

Il passo di lato di Diego Della Valle che, però, non ha nessuna intenzione di lasciare il suo gruppo. Vuole solo trovare persone che si occupino dell’azienda più di quanto non faccia ora lui stesso. “Ho molta voglia di trovare presto, e se posso in famiglia, o con degli uomini che abbiamo in casa, gente che si occupi sempre più di me dell’azienda”. Sono state queste le parole pronunciate da Diego Della Valle, a margine della sfilata di Tod’s alla Milano Fashion Week.

Cerco chi si occupi più di me dell’azienda

I titoli dei giornali e media vari “Della Valle lascia l’azienda” non sono piaciuti al patron di Tod’s. Perché, dice, se non c’è lui “ci sono persone capaci. Stanno arrivando figli e nipoti, persone in gamba”, sottolinea l’imprenditore. Qualcosa, quindi, ha indispettito Della Valle sul tema del futuro di Tod’s Group. Quindi, ha voluto ribadire da un lato la sua presenza e il suo impegno, sottolineando anche altro. Quel “Cerco chi si occupi più di me dell’azienda” va inteso, quindi, non come l’annuncio della sua uscita. Ma come la dimostrazione che Tod’s sta guardando oltre se stessa sotto il profilo manageriale. E che chi entrerà dovrà dimostrare perlomeno lo stesso grado di dedizione e impegno messo dal suo fondatore.

 

 

Ma quale fine della moda italiana!

Della Valle risponde anche al Wall Street Journal che, citando analisti e addetti ai lavori, scrive di temere la fine della moda italiana perché i brand sono troppo piccoli. Quindi, finiranno per essere acquisiti dai grandi gruppi francesi o americani. “La moda italiana scomparirà solo quando scompariranno decine di migliaia di imprese che formano la filiera made in Italy”, dice Della Valle. Anche la moda francese non scomparirà perché “a capo dei gruppi ha delle famiglie serie, solidissime e molto presenti, con gente molto esperta”. Per cui “è più un discorso americano, dove oramai è tutto in mano ai manager. Onestamente non possono paragonarsi alle storie che possono raccontare italiani e francesi. Del resto, i tablet li facciamo fare a loro, le belle borse le facciamo noi”.

Progetti seri

Secondo Della Valle, però, le imprese più importanti del made in Italy devono “impegnarsi in progetti molto seri e concreti, per attirare i giovani. Oggi chi ha di più deve mettere a disposizione una parte del valore alla società. Non è un obbligo: dovrebbe essere un piacere”. (mv)

 

 

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