Il trimestre è un’altalena: meglio Tapestry di Capri Holdings

Il trimestre è un’altalena: meglio Tapestry di Capri Holdings

Meglio Tapestry di Capri Holdings. L’andamento altalenante dei due gruppi prossimi alla fusione emerge dai risultati registrati da entrambi nel periodo luglio-settembre 2023. Tapestry ha raggiunto il record di ricavi e di utili per azione con il CEO Joanne Crevoiserat che ha messo in evidenza il ruolo e l’importanza delle borse e della piccola pelletteria. Meno sorridente il trimestre per Capri Holdings, promessa sposa di Tapestry. L’utile netto è sceso del 60%. Con vendite in calo anche a causa di un intoppo nel nuovo sistema e-commerce (-50 milioni di dollari di vendite solo per Michael Kors). Giù anche Versace, al centro di indiscrezioni di mercato.

Meglio Tapestry

Nel primo trimestre fiscale terminato il 30 settembre 2023, Tapestry ha registrato un incremento delle vendite dello 0,4% arrivando a 1,513 miliardi di dollari. Gli analisti prevedevano 1,535 miliardi. Mentre l’utile rettificato è stato di 93 centesimi per azione rispetto alla previsione di mercato di 90 centesimi riportata da FactSet (fonte Footwear News). Entrambi i dati rappresentano un record per il primo trimestre della società, come ha evidenziato Joanne Crevoiserat, CEO del gruppo. A livello di marchi, le vendite di Coach sono cresciute del 3% a cambi correnti, quelle di Kate Spade sono scese del 6% e Stuart Weitzman -19%. Nella conference call con gli analisti da noi esaminata, la stessa CEO ha citato il successo delle borse e della piccola pelletteria “fondamentali per migliorare la rilevanza del marchio e alimentare la fidelizzazione del cliente”.

 

 

Peggio Capri Holdings

Il periodo da luglio a settembre è stato il secondo trimestre dell’anno fiscale 2023/2024 per Capri Holdings. L’indebolimento della domanda dei consumatori americani e un problema con il nuovo sistema di e-commerce hanno danneggiato le vendite. I ricavi sono diminuiti dell’8,6% a 1,3 miliardi di dollari. Poco se guardiamo al -60% dell’utile netto che da 224 milioni di dollari del precedente esercizio è sceso a 90 milioni. Le vendite di Michael Kors si sono ridotte dell’8,6% a 879 milioni di dollari. L’implementazione di una nuova piattaforma di e-commerce è costata al marchio circa 50 milioni di dollari di mancati incassi.

Giù anche Versace e Jimmy Choo

Anche i ricavi di Versace sono diminuiti del 9,1%. La griffe attribuisce il calo all’indebolimento della domanda dei consumatori, soprattutto nelle Americhe. Versace è stata di recente al centro di indiscrezioni di mercato perché piacerebbe a Kering che, però, avrebbe offerto troppo poco. I ricavi di Jimmy Choo (che invece piace a Exor) sono scesi del 7% a 132 milioni di dollari. (mv)

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