Lo slancio del lusso e come crescerà nel prossimo decennio

Lo slancio del lusso e come crescerà nel prossimo decennio

Nulla preoccupa il lusso. Al punto che l’high end, in questa fase di “pandemia uscente” potrebbe aver preso un nuovo slancio per crescere significativamente nel prossimo decennio. Ne sono convinti vari analisti specializzati, così come Barclays che ha analizzato il trend dei gruppi europei del lusso. Cosa guida questa crescita? Che domanda: i consumi cinesi. Senza dimenticare che i top brand continueranno a performare meglio dei più piccoli, amplificando una tendenza emersa da tempo.

Lo slancio del lusso

Barclays vede un ottimo futuro per il lusso europeo che beneficerà dell’aumento della classe media cinese. Un altro driver di crescita sarà la sostenibilità, in particolare l’implementazione dei criteri ESG che favoriranno gli acquisti dei giovani, Millennials e Gen Z. Al punto che questi “dovrebbero generare insieme il 70% delle vendite nel 2025, contro l’attuale 55% circa”. L’istituto britannico ha analizzato 11 gruppi europei del lusso. Risultato: ottime prospettive per Swatch, Prada, Lvmh, Richemont e Kering. Buone vibrazioni per Hermès, Moncler, Mulberry e Burberry. Meno buone per Tod’s e Ferragamo.

 

 

Golden Age

L’analista Carlo Benetti di GAM crede nell’inizio di una rinnovata Golden Age del lusso basata sull’aumento degli acquisti della classe media cinese. Acquisti che da 35 trilioni di dollari potrebbero arrivare a 64 trilioni entro il 2030. Considerando molti altri fattori “si può davvero parlare di roaring twenties, ovvero della possibilità che l’industria del lusso sia all’alba di un decennio che ricorda i Ruggenti Anni Venti” ha detto Benetti a MF Fashion.

Nessuna minaccia dalla Cina

Secondo Erwan Rambourg, il discorso sulla prosperità comune pronunciato dal presidente cinese Xi Jinping non minaccia il lusso. Anzi, tutt’altro. “Negli ultimi anni, Pechino ha reso più facile fare acquisti a livello locale con tasse di importazione e aliquote IVA più basse e grazie al rapido sviluppo di Hainan”. E in futuro potrebbero nascere nuovi duty-free, scrive Rambourg sul Jing Daily. L’analista suggerisce ai marchi di “sviluppare una profonda conoscenza di ciò che piace alla clientela locale perché quando i turisti torneranno, saranno la ciliegina, non la torta”. (mv)

Foto Imagoeconomica

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