Nei piani di Beccari per Dior ci sono nuovi mercati, ma soprattutto il digitale: “Più e-commerce ed engagement social”

Innanzitutto, registra i risultati di Dior Couture sul mercato statunitense, “molto migliori del previsto”. Poi Pietro Beccari (nella foto Imagoeconomica), ex ceo di Fendi e attuale presidente e amministratore delegato della griffe francese, riflette sulle nuove frontiere da esplorare: “Intendiamo diffonderci in altri Paesi – commenta con Fashion Network –. Siamo già presenti nella maggior parte dei mercati europei, e in Corea del Sud”. Ma è in particolare una, quella digitale, la barriera oltre la quale Beccari vuole portare il marchio che amministra. Fin qui, la presenza di Dior Couture sui canali e-commerce è stata (per usare un eufemismo) “gentile”, come si pensava si confacesse a una maison top di gamma che fa dell’esclusività il proprio stile. Ma, arrivati a questo punto, è il caso di assodare che esclusività e inaccessibilità non debbono per forza andare a braccetto. Secondo Fashion Network, il marchio (che da quando si è integrato con LVMH non comunica più il proprio bilancio) fattura 2 miliardi di euro: erano 1,9 nel 2016. Al potenziamento delle piattaforme di vendita online (“è stato un anno importante in termini di accelerazione degli sviluppi dell’e-commerce”), Beccari intende associare quello del presenzialismo online: è qui che si incontrano i clienti: “Attualmente il marchio ha un fascino incredibile, che si riflette nel forte engagement in particolare su Instagram – racconta –. Ora abbiamo raggiunto la maturità sulla maggior parte delle piattaforme principali, ma, dopo il lancio di Douyin in Cina e di Pinterest, ce ne sono ancora di nuove da conquistare”.

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