Australia, il fuoco frena la carne. Coronavirus aiuta il Brasile

Australia, il fuoco frena la carne. Coronavirus aiuta il Brasile

Che gli incendi avrebbero danneggiato la zootecnia australiana era un sospetto lecito: e, infatti, si apprende che il fuoco frena la carne. La macellazione di bovini subirà un calo del 15%. Le stime sono riferite all’anno in corso e ad avanzarle è Meat & Livestock Australia (MLA). Secondo l’ente australiano i capi macellati durante il 2020 scenderanno a 7,2 milioni, il minimo storico dal 1992. Pesa la siccità che nel 2019 ha portato a un restringimento del patrimonio bovino nazionale. Intanto, l’epidemia di Coronavirus in Cina può rivelarsi un assist per l’export brasiliano.

Il fuoco frena la carne

Secondo MLA, il 2020 sarà “uno degli anni più difficili”. “Nel 2019 i produttori australiani hanno vissuto l’anno più caldo e secco, aggravato da inondazioni e incendi a fine anno – si legge nel rapporto MLA –. Nonostante le pressioni, la domanda globale e interna di carne bovina rimane robusta e contribuisce a sostenere i prezzi del bestiame. Dal punto di vista dell’offerta, si prevede che i numeri nei prossimi due anni si ridurranno considerevolmente“. Nonostante le piogge di gennaio abbiano stimolato la fiducia degli allevatori, per MLA la macellazione di bovini adulti scenderà del 15% a 7,2 milioni di capi. “Si prevede che l’impatto delle condizioni estreme dell’anno scorso avranno ricadute rilevanti anche nella macellazione del primo trimestre”.

Diminuisce il patrimonio

MLA prevede anche la contrazione del patrimonio bovino, dicevamo, del 5,8% su base annua. Entro fine giugno dovrebbe toccare i 24,7 milioni di capi (-12,4% da giugno 2018). La produzione di carne dovrebbe scendere del 15% a 2,1 milioni di tonnellate. Le esportazioni dovrebbero diminuire del 16%. Si tratta di uno dei livelli più bassi degli ultimi anni ma comunque non ai minimi toccati nel 2013.

 

 

Il Brasile crescerà

Come riporta Reuters, i colossi brasiliani della carne JBS e BRF stimano per questi mesi una crescita dei loro affari. La diffusione in Cina del Coronavirus potrebbe alimentare la domanda di carne. Questo perché i consumatori sarebbero preoccupati sulla sicurezza dei prodotti alimentari locali. Una delle ipotesi è che il virus si sia diffuso alla fine del 2019 da alcuni mercati della città di Wuhan. Qui sarebbero stati venduti illegalmente animali selvatici. Stando a Reuters, il 5 febbraio Lorival Luz, presidente di BRF, ha dichiarato che “tutti i prodotti a base di carne congelati e trasformati di BRF sono sottoposti a controlli di sicurezza in Brasile, prima di essere esportati a livello globale”. Secondo i dati diffusi lo stesso giorno dall’Associação Brasileira das Indústrias Exportadoras de Carnes (ABIEC), nel corso del mese di gennaio le esportazioni brasiliane di carne bovina sono aumentate del 9,84% proprio grazie a un’impennata delle vendite in Cina. Nel primo mese dell’anno il Brasile ha esportato 135.375 tonnellate di carne bovina per 633,25 milioni di dollari. (art)

Foto da Shutterstock

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