Export in calo, inondazioni: i problemi della filiera australiana

Export in calo, inondazioni: i problemi della filiera australiana

Export in calo e il (grave) problema delle inondazioni. La filiera australiana della carne vive un momento complesso. Se da un lato l’ente Meat and Livestock certifica una contrazione delle vendite di carne all’estero pari al 14,6% nel 2021, dall’altro New South Wales e Queensland lottano contro inondazioni di ampia portata che hanno, a loro volta, determinato un rallentamento nella macellazione e, poi, nelle vendite.

Export in calo

Nel 2021 l’Australia ha registrato una diminuzione delle esportazioni di carne bovina pari al 14,6% rispetto all’anno precedente. Lo certificano i dati diffusi dal Meat and Livestock Australia. Nel corso dell’anno passato, i macelli australiani hanno venduto 887.682 tonnellate di carne. Il principale acquirente è il Giappone con 216.000 tonnellate acquistate, comunque in calo del 13% sul 2020. Questo, secondo gli analisti, è dovuto al fatto che la produzione locale è aumentata, mentre la domanda ha registrato una contrazione a causa dei problemi di forniture legati alla pandemia. Insieme a ciò, però, ci sarebbe anche un aumento dei prezzi della carne australiana, che ha spinto il Giappone a rivolgersi ad altri mercati. I prezzi sono in effetti aumentati del 7,6%. L’unica destinazione in leggero aumento è la Corea del Sud: 165.000 tonnellate contro le 161.000 del 2020. Su tali dinamiche impatta, infine, l’attività di ricostruzione della mandria nazionale.

 

 

Le inondazioni

A minacciare ulteriormente la ripresa del settore, ci sono anche le inondazioni che hanno colpito, l’ultima settimana di febbraio, il New South Wales e il Queensland. Ora arrivano le ripercussioni sulla produzione. Come riporta beefcentral.com, ci sono stati tra 350 mm e 600 mm di pioggia in gran parte della regione costiera, dove l’Australia concentra la maggior parte dei laboratori di lavorazione della carne. La prevalenza degli impianti del Queensland sono rimasti chiusi per giorni mentre il porto di Brisbane, da cui partono in prevalenza i cargo contenenti carne, ha sospeso temporaneamente l’attività. Così, il 5 marzo i macelli hanno chiuso con dati in calo del 15% a 14.000 capi. Il Queensland segna un calo del 25%, il New South Wales del 10%.

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