Il ruolo dell’Italia nel buon trimestre dell’export di pelle USA

Il ruolo dell’Italia nel buon trimestre dell’export pelle USA

L’export statunitense di pelle grezza e semilavorata ha conosciuto un buon trimestre gennaio-marzo. Il settore registra il +20% in volume e il +28% in valore. I dati dell’associazione LHCA certificano la piena ripresa degli acquisti dall’Asia e l’incremento della domanda italiana. La quasi totalità dei mercati registra performance in area positiva rispetto al primo trimestre del 2021. Tanto di materia prima conciaria quanto di semi-lavorato, anche se è la prima tipologia di prodotto a registrare i progressi maggiori.

Un buon trimestre

Nel primo trimestre dell’anno le aziende statunitensi hanno venduto all’estero oltre 7,3 milioni di pelli grezze. L’incremento rispetto al periodo gennaio-marzo 2021 è del 20% in volume e del 28% in valore. Il mercato asiatico è in netta ripresa: la Cina cresce del 10% in termini di volume e del 25% in valore, mentre l’Italia ha incrementato gli acquisti addirittura del 144% in termini di volume (69.577 pelli acquistate contro le 23.439 di un anno fa) e del 157% in termini di valore (la spesa sale da 899.000 dollari a 2,6 milioni).

 

 

Il semi-lavorato

Dati positivi segnano anche il primo trimestre della pelle semilavorata. Tra gennaio e marzo le concerie statunitensi hanno venduto 923.408 wet blue contro le 904.130 di un anno fa. L’incremento in termini di volume è del 2%. Gli incassi segnano +8% (da 90.469 milioni di dollari a 97.544 milioni). Il mercato principale è l’Europa con 306.347 pelli, di cui 301.721 acquistate dall’Italia. L’incremento rispetto a un anno fa è del 44% per il Belpaese e del 45% complessivamente per l’intera Europa. La Cina, in questo caso, cresce del 9% in termini di volume e del 19% in termini di valore. (art)

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