Mai così male: per JBS il primo trimestre è negativo ovunque

Mai così male: per JBS il primo trimestre è negativo ovunque

Lo dice senza mezzi termini Gilberto Tomazoni, CEO della più grande multinazionale al mondo della filiera carne: la brasiliana JBS. A seguito della pubblicazione dell’ultimo bilancio trimestrale, infatti, Tomazoni ha dichiarato che il primo quarter fiscale 2023 ha sancito un record negativo. In altre parole, è il “primo in assoluto in cui JBS ha dovuto affrontare difficoltà in tutte le aree geografiche in cui opera”. Mai così male ovunque, dunque, per ragioni, però, ben note.

Mai così male

Come si legge in una nota, da gennaio a marzo 2023, “i ricavi netti sono diminuiti del 4,6% su base annua”. Fin qui, ci si potrebbe ancora consolare. Poi, però, arriva il dato relativo “all’EBITDA rettificato per il trimestre, sceso del 78,6% a 447,34 milioni di dollari”. Ne deriva che JBS “ha chiuso il trimestre con una perdita netta di 304,93 milioni di dollari, in calo del 128%”.

 

 

Negativo ovunque

La negatività di JBS è globalizzata. Per esempio: “JBS Beef North America ha registrato un fatturato netto di 5,57 miliardi di dollari nel trimestre”, continua la nota. Significa “un calo del 5,6% su base annua, mentre l’EBITDA rettificato è diminuito del 97,2% con un margine dello 0,4%”. Giù anche il trimestre di JBS Australia: ricavi pari a 1,46 miliardi di euro, in calo del 2,3%, e un EBITDA rettificato in calo del 104% su base annua”. JBS Brasil, invece, “ha registrato un fatturato netto di 2,48 miliardi di dollari, in calo del 14,9%. L’EBITDA rettificato è sceso del 32,3%”. L’unico business che mostra alcuni fronti di positività è quello di Seara, società brasiliana specializzata in food processing. Il suo fatturato trimestrale è l’unico a mostrare una crescita: +8,9% su base annua per un valore di 2,09 miliardi di dollari. “Tuttavia – conclude JBS -, l’EBITDA rettificato è diminuito del 76,1% a 29,88 milioni di dollari”.

Le cause

“Negli Stati Uniti – commenta Tomazoni – abbiamo dovuto affrontare prezzi elevati del bestiame e una compressione dei margini. Inoltre, la performance commerciale e industriale è scesa al di sotto delle nostre aspettative. Con Seara abbiamo affrontato le sfide del calo dei prezzi delle esportazioni, degli alti costi dei cereali e della bassa produttività in agricoltura”. Prospettive? “I prossimi trimestri sul mercato statunitense sono storicamente più forti. Anche le condizioni logistiche globali stanno migliorando”. Mentre “in Australia il ciclo bovino inizia a dare segnali favorevoli, in Brasile, con la ripresa delle esportazioni cinesi (e non solo, ndr) le prospettive sono molto solide nei prossimi mesi”.

Foto Shutterstock

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