Londra mostra che la fashion week digitale ha un limite, dice NYT

Londra mostra che la fashion week digitale ha un limite, dice NYT

Tutto molto bello, tutto molto funzionale: peccato che al centro della scena non c’erano le collezioni. “It wasn’t about the clothes”, scrive New York Times a proposito dell’ultima settimana della moda londinese, svoltasi in ambiente virtuale. L’esperienza britannica dice che la fashion week digitale ha un limite nella capacità di svelare i capi e rappresentare l’identità delle creazioni. “Navigando sul sito,con il suo mix di strumenti di comunicazione, sembrava di scorrere le pagine di un magazine interattivo o i contenuti di una pagina Instagram – scrive NYT –. Ma nella formula digitale sono mancati i sentimenti di urgenza e anticipazione che crescono mentre si guarda una sfilata o un debutto”.

La fashion week digitale ha un limite

Certo, il discorso va contestualizzato all’esperienza londinese. Dove, come abbiamo scritto pochi giorni fa, più che le collezioni si sono visti stimoli. Quali sono stati i problemi della capitale britannica? In un certo senso, l’essersi mossa per prima: “A causa degli ordini di social distancing e dei ritardi di consegna lungo tutta la filiera industriale e manifatturiera – osserva NYT –, non potevano esserci molte novità fashion in mostra”. E poi, per via della fretta organizzativa di una kermesse che ha annunciato il proprio format solo ad aprile: “Alla lineup sono venuti a mancare i principali nomi della moda che animano la Fashion Week londinese – continua –. Senza Burberry e Victoria Beckham, era palpabile l’assenza dell’appeal delle stelle”.

Il potenziale

Insomma, non è detto che Milano e Parigi debbano soffrire gli stessi problemi. Il primo ciak londinese lascia, intanto, la sensazione di un potenziale. Dopo Shanghai, anche la capitale inglese ha conosciuto un grande successo di pubblico. Certo, si tratta di un’audience più variegata rispetto a quella “di addetti ai lavori e media” che usualmente frequentano i palcoscenici delle settimane della moda. Ma proprio per questo interessante ai fini commerciali: “Ora che i negozi sono in riapertura in tutti i Paesi occidentali – conclude NYT –, i brand di ogni dimensione hanno bisogno più che mai di pubblico e sostegno”.

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