Shanghai Tang fa il giro dell’oca e approda in Europa: retail, posizionamento, made in Italy

Ad oggi l’ultima produzione rimasta cinese è quella per il segmento Home, che “pesa circa il 10% del business”: il resto è made in Italy. Così come avranno un occhio a Occidente lo stile, che si propone di elaborare un proprio melting pot tra culture e identità diverse, e ancor di più il retail, che guarda al Vecchio Continente per crescere. Shanghai Tang, lo storico brand cinese del premium passato la scorsa estate sotto il controllo di Alessandro Bastagli, scrive un nuovo capitolo della sua storia e, dopo aver portato per anni con Raffaele Borriello l’eleganza italiana in Cina, inverte la rotta e si sposta nel Belpaese. A spiegarlo a Milano Finanza Fashion è lo stesso Bastagli. Dopo aver chiuso il bilancio 2017 a quota 33,3 milioni di euro, conta di rimanere stabile nel 2018: “Sarà un anno di consolidamento con il riallestimento di alcuni shop”. Poi via ai piani di crescita. Che passano “da un importante investimento nel canale digitale: non solo e-commerce – continua Bastagli –, ma anche comunicazione”, e l’ampliamento del retail. È prevista a breve l’apertura di un pop-up store a Milano, cui seguirà “la partnership con una trentina tra le più importanti insegne per corner o shop-in-shop”. Nel 2018 si entra nel vivo: “Stiamo lavorando al riposizionamento delle collezioni un po’ più in alto – conclude Bastagli –, mentre pensiamo a due aperture in una piazza europea come Parigi, Milano e Londra”.

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