USA, moda nei guai per i dazi. Il dollaro forte lancia i turisti

USA, moda nei guai per i dazi. Il dollaro forte lancia i turisti

Insomma, per i fashion addicted statunitensi sembra più facile fare shopping all’estero che in patria. Secondo Moody’s negli USA il retail moda è nei guai per i dazi: nel 2020 si prevedono cali dei consumi. Il rafforzamento del dollaro sull’euro, ribatte Global Blue, consente ai consumatori più facoltosi di darsi alle compere. Sì, ma nel Vecchio Continente.

Nei guai per i dazi

È il protezionismo targato Donald Trump il problema del retail moda. Stando a quanto riporta Milano Finanza, un recente rapporto di Moody’s prevede entro il 2020 un calo delle vendite fashion pari al 5%. I balzelli sulle forniture cinesi si trascinerebbero lungo tutta la catena di distribuzione fino alla vendita al dettaglio, condizionandola per “i prossimi 12-18 mesi”. Non solo. A influenzare negativamente il fatturato del comparto saranno altri due elementi. Da un lato l’instabilità generata da Brexit e dall’altro la ripresa del dollaro. “Le aziende e i marchi di moda acquistano prodotti all’estero con dollari USA e li vendono sempre all’estero in valuta locale – scrive MF, citando Moody’s -, quindi dal potenziamento del dollaro risulta l’incremento dei costi“.

Ma il dollaro forte

Il dollaro forte non è solo fonte di problemi. O meglio: non lo è per i consumatori. Secondo l’European Tax Free Shopping Overview presentato da Global Blue, nel 2019 i ricchi statunitensi sono tornati a viaggiare nei Paesi UE, spendendo (molto) per prodotti delle griffe. Dopo un 2018 di stanca, i cittadini con passaporto statunitense (che rappresentano l’8% dell’interno mercato di riferimento) nei primi 10 mesi dell’anno hanno incrementato del 25% i volumi dello shopping. Sono stati soprattutto i più facoltosi a darci dentro, dicevamo. Global Blue è in grado di tracciare gli scontrini e quindi segmentare i consumi per spesa media. Gli scontrini con la media inferiore ai 750 euro sono quelli cresciuti meno (+14%). Meglio hanno fatto le ricevute con media compresa entro i 2.000 euro (+23%). Ma a tenere alta l’annualità sono i gli scontrini dai 3.000 agli oltre 5.000: sono loro a conoscere la progressione del +25%.

Foto da Shutterstock

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