L’area pelle britannica riorganizza il lobbying, la carne europea teme l’ipotesi Hard Brexit

“Che cosa dobbiamo fare, e su che temi dobbiamo impostare l’agenda, per rappresentarvi al meglio?”. UK Leather Federation, l’associazione dell’area pelle britannica, ha lanciato un sondaggio sul proprio sito (scadenza: 15 dicembre) per capire dalla viva voce degli associati su quale binario impostare le attività future. UKLF è in vena di rinnovamento: agli inizi dell’anno ha pubblicato il programma quinquennale delle attività, un lustro all’insegna dell’aumento degli iscritti e della rappresentatività. Brexit, non poteva essere altrimenti, è uno dei temi caldi. E lo è anche, risalendo di un gradino la filiera, per UECBV: secondo l’associazione della zootecnia comunitaria l’ipotesi di una “hard Brexit” sarebbe per il settore “una tragedia”. Il collasso dell’interscambio di carne tra Gran Bretagna e area UE dovuto all’introduzione di alti dazi comporterebbe la perdita “di 2,4 miliardi di euro di valore di produzione e di 32.000 posti di lavoro”. Per questo, conclude l’associazione, una Brexit dolce, dove cioè alle dogane non si ergono barriere, è auspicabile da entrambe le parti.

 

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