Assopellettieri e sindacati firmano il CCNL: no a contratti pirata

Assopellettieri e sindacati firmano il CCNL: no a contratti pirata

Assopellettieri e sindacati (Femca – CISL, Filctem – CGIL e Uiltec – UIL) hanno firmato il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro per il settore. In questo modo hanno formalizzato l’accordo di rinnovo siglato lo scorso marzo. Il CCNL interessa una rete manifatturiera di circa 5.100 aziende, che impiega oltre 42.000 dipendenti. Sarà valido fino al 31 marzo 2023. E, tra le novità previste (di cui potete leggere qui), include gli “accordi di confluenza”. Accordi che sbarrano la strada nella filiera ai cosiddetti contratti pirata.

Il contrasto ai contratti pirata

Assopellettieri e sindacati, dicevamo, hanno posto il contrasto ai contratti pirata tra le priorità. La sigla federata a Confindustria Moda e le rappresentanze dei lavoratori hanno lo strumento più utile negli accordi di confluenza. Cioè nell’impegno, a partire dai brand arrivando ai fornitori e agli appaltatori, di armonizzazione e riqualificazione della filiera. Come? Aderendo nell’arco dei prossimi tre anni allo stesso CCNL o ad altri siglati da associazioni datoriali e sindacati davvero rappresentativi.

Il perché di una priorità

Sono due le ragioni, spiegano da Assopellettieri, che hanno indotto a porre il contrasto ai contratti pirata tra le priorità. Innanzitutto, tutelare il lavoro e la dignità dei lavoratori in Italia. In seconda battuta, evitare pratiche di dumping salariale all’interno degli stessi confini nazionali. Perché una concorrenza condotta su tali premesse non giova a nessuno: né ai dipendenti, né al made in Italy.

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