“Lee? Ideale per sviluppare la borsa: è un ex Bottega Veneta”

“Lee? Ideale per sviluppare la borsa: è un ex Bottega Veneta”

Ci sono due ragioni se Jonathan Akeroyd ha scelto Daniel Lee per la guida stilistica di Burberry. La prima è di tipo sciovinista, per così dire: riportare, dopo Riccardo Tisci, un inglese a capo del marchio britannico. Il secondo è relativo al curriculum: perché Lee è un ex Bottega Veneta. E per Burberry, che vuole raddoppiare la quota di ricavi della pelletteria (soprattutto per quanto riguarda le più profittevoli), uno appena reduce dall’esperienza in una maison forte (fortissima) nella pelletteria rappresenta il profilo ideale.

Sviluppare la borsa

“Non c’è nulla che non va qui – dice Akeroyd (in foto) a the Sunday Times –: Burberry è un grande marchio, ma può fare di meglio”. Negli ultimi cinque anni, nella gestione Marco Gobbetti, il brand ha abbandonato scontistica e ha già lavorato sulla pelletteria. Ma nello stesso lustro il titolo non si è rafforzato per niente e gli investitori sono sul chi va là. Per questo il nuovo CEO ha presentato un piano che prevede, oltre lo sviluppo della linea Donna, il raddoppio degli accessori. Oggi valgono il 37% del giro d’affari: l’obiettivo è portarli a più del 50%, con particolare focus sui modelli più profittevoli, così da portare i margini operativi del brand al 20%”.

Il momento di un ex Bottega Veneta

Sunday Times ricorda il successo di Daniel Lee in Bottega Veneta con modelli come Pouch e Cassette. “In quanto agli accessori – chiosa Akeroyd –, ha un tocco unico. Per raggiungere l’obiettivo dei 5 miliardi di sterline di fatturato, abbiamo bisogno di accessori forti. Ci sono alte aspettative sulla prima collezione di Lee, perché il pubblico vuole vedere un cambiamento. Abbiamo bisogno di collezioni più piccole ma con un più alto livello di focus”. A Lee, dicevamo, anche il compito di riportare Burberry a una maggiore identità brit (per quanto la pelletteria rimanga made in Tuscany). “Vogliamo che la gente dica hey, è un brand britannico, un brand britannico fichissimo – conclude il CEO –. Daniel sta pensando a quali siano le icone inglesi di oggi. Vi assicuro, vedrete un messaggio fortissimo”.

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