Lo zaino cuore di Michele Chiocciolini racconta un sogno

Lo zaino cuore di Michele Chiocciolini racconta un sogno

Un cuore che racconta un sogno”. Il brand fiorentino Michele Chiocciolini è conosciuto per il cuore asimmetrico riprodotto su borse, zaini e gioielli. Dietro a questo simbolo c’è la storia di due fratelli, Michele e Francesca, che condividono la passione per la moda e un lavoro “a quattro mani”. Il loro sogno è portare avanti la tradizione della pelletteria fiorentina attraverso prodotti made in Tuscany. Vogliono, però, arricchire i propri prodotti con uno stile del tutto originale e con una vena pop molto ironica. Abbiamo intervistato Francesca Chiocciolini che, in occasione della Giornata Mondiale della lotta contro il cancro, ha deciso di raccontare la sua esperienza personale e trasformarla in qualcosa di positivo: un messaggio per promuovere la prevenzione che passerà attraverso lo “zaino cuore”.

Racconta un sogno

Quando nasce il brand?
Il brand nasce nel 2011 da un desiderio di Michele. All’inizio è partito con una sfilata di abiti, sete con stampati i suoi dipinti. Poi si è allargato agli accessori. Io nel frattempo lavoravo nella moda e mi sono unita a lui nel 2012, quando abbiamo aperto un atelier studio a Firenze. Nel 2019 ci siamo trasferiti a Milano.

Come si divide il lavoro tra fratelli?
Il lavoro è gestito 50/50. Lui viene dagli studi di architettura, io sono una grande appassionata di vintage. Michele è il designer, la parte creativa, segue la creazione dei prodotti dal disegno fino ai primi campioni. Io mi occupo più di social, seguo le produzioni, la scelta dei materiali. È difficile spiegare la suddivisione del lavoro, facciamo molte cose a quattro mani.

Perché avete deciso di esprimere la vostra creatività attraverso gli accessori in pelle?
Viviamo a Firenze, nella tradizione del cuoio e dell’artigianato. Respiriamo l’arte della pelletteria. È stata una scelta quasi naturale. Michele ha iniziato a disegnare le prime clutch in occasione della prima Vogue Fashion Night Out fatta a Firenze. Disegnò sulla forma di un A4 la “dog clutch” e la “star clutch”, dove la chiusura della pattina va a formare il disegno. Da lì sono iniziati i nostri accessori e da lì il mondo della pelletteria ci ha preso.

E lo zaino cuore?
È nato all’interno di una collezione dedicata a New York, ispirata al divano di Gaetano Pesce “Tramonto a New York”. Poi è diventato il nostro best seller e nostro simbolo. Un cuore asimmetrico che portato sulle spalle sembra un po’ come indossare delle ali. Un segno di libertà.

Definite “sostenibilità sociale” il vostro metodo di lavorazione e di scelta dei materiali. Cosa s’intende?
Abbiamo un’ottica di sostenibilità. Lavoriamo con tutte aziende del territorio (Firenze e provincia), con piccoli laboratori familiari, così da mantenere la tradizione di questa regione. Le nostre borse devono garantire una durevolezza nel tempo e per poterlo fare non possiamo che usare la pelle. Abbiamo provato a usare altri tipi di materiale, ma nessuno ci garantisce la stessa durata.

Qual è stato l’effetto della pandemia su di voi? Cos’è cambiato?
Un po’ il lavoro è diminuito, ma è aumentato il canale online. Abbiamo fatto il sito nuovo durante il lockdown, reimpostandolo in modo semplice, per facilitare l’acquisto. Abbiamo cercato di valorizzare il prodotto, raccontandolo di più e partecipando in prima persona.

Avete lanciato un’iniziativa nella Giornata della lotta contro il cancro. Qual è il vostro progetto?
Dopo due anni ho deciso di condividere quella che è la mia storia. Ritengo sia giusto raccontare un’esperienza positiva. Io lo chiamo ‘incidente di percorso’, un ostacolo che ho superato. Voglio raccontare il cancro in maniera diversa. Grazie ai medici che mi hanno seguito, non ho mai smesso di lavorare, non mi sono fermata nemmeno durante le terapie. A parte la stanchezza, non ho avuto effetti collaterali. Vorrei lanciare un messaggio per promuovere la prevenzione, soprattutto tra i giovani. Farsi un controllo una volta l’anno può essere importante, può salvarti la vita. Io l’ho scoperto a 29 anni. Con mio fratello, che mi ha sempre sostenuto, faremo un progetto in collaborazione con un’associazione benefica dove il nostro zaino cuore sarà un veicolo per raccogliere fondi per fare informazione sulla prevenzione. (mvg)

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