Cina: inquinamento delle acque a Daying, la capitale delle pellicce

Le autorità centrali intendono porre rimedio al pesante inquinamento idrico che da anni sta colpendo i fiumi nei pressi di Daying, città nella provincia nord-orientale dello Hebei, nota per essere sede di stabilimenti per la lavorazione di pelli da pelliccia. Nonostante nel 2003 il governo locale abbia investito 75 milioni di yuan (1,1 milioni di euro) in un impianto per trattare 30 mila tonnellate di acque inquinate all’anno, struttura attivata nel giugno 2008, secondo un’indagine dell’Osservatorio nazionale per l’ambiente l’impianto funziona al momento solo per metà della sua effettiva potenzialità. Le autorità locali, che peraltro ottengono notevoli entrate dalla tassazione dell’export di pelli e pellicce (per l’intero 2015 si stimano introiti pari a 1,15 miliardi di yuan, pari a167 milioni di euro, il doppio di quanto incassato nel 2012), respingono le accuse di negligenza, in quanto il controllo dell’inquinamento risulterebbe essere compito del governo centrale. Il distretto di Daying, dove operano circa 10 mila micro-imprese con una forza lavoro di 15 mila persone, fa registrare ogni anno vendite di pelli e pellicce per oltre 20 miliardi di yuan (2,9 miliardi di euro), con export diretto in tutto il mondo, compresi Usa, Europa, Russia e Giappone. (ap)

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