Macy’s elimina la pelliccia e non fa mistero di seguire il trend

La cronaca. Il gruppo Macy’s annuncia che dalla fine dell’anno fiscale 2020 non venderà più pelliccia. La scelta riguarda anche la seconda insegna del gruppo, Bloomingdale, nonché i rispettivi outlet (Macy’s Backstage e Bloomingdale’s the Outlet) e i private label che fanno capo alla holding (che tanto, però, pelliccia già non ne facevano). Dal momento che il taglio è netto, Macy’s chiude anche TheFurVault, il servizio ai clienti per la gestione e la valorizzazione delle pellicce.

Il colpo
La mossa di Macy’s non è di poco conto: il gruppo gestisce oltre 750 punti vendita e fattura (dato 2018) poco meno di 25 miliardi di dollari. Mentre le associazioni vegane radicali esultano e aggiornano l’elenco dei brand convertiti al fur-free, Jeff Gennette, presidente e CEO di Macy’s, riconosce che la scelta è stata anzitutto di marketing. “Negli ultimi due anni abbiamo seguito molto da vicino i trend dei consumatori e dei brand, ascoltando i nostri clienti e cercando alternative alla pelliccia – è il suo commento affidato a una nota –. I nostri private brand già non propongono pelliccia, estendere la prassi alle attività dell’intero gruppo è un passaggio naturale”. Non solo. Sul sito di Macy’s si può leggere che il gruppo ha preso la decisione anche perché “molti dei nostri brand partner sono già fur free”.

Intanto in California
Il 12 ottobre, intanto, lo stato della California ha approvato la legge che vieta, dal primo gennaio 2023, di produrre e commerciare capi in pelliccia.  Il divieto non riguarda il derma derivante dall’allevamento di bovini, capre, pecore e cervi. Nella stessa data è stata firmata la norma che proibisce dal primo gennaio 2020 il commercio di pelli di alligatore e coccodrillo, nonché (dal 2022) quello di animali esotici come iguana e caimano.

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