Il peluche in pelliccia attaccato dagli animalisti. La risposta: “Meglio che con materiali dell’industria petrolchimica”

“Per tutti coloro che sono contro la pelliccia di animale, il cuoio e la lana e preferiscono acquistare materie sintetiche, accettiamo il punto di vista. Tuttavia, non lo condividiamo, considerando che l’industria petrolchimica gestisce il business dei giocattoli tradizionali”. È questa la risposta che si legge sulla pagina ufficiale del brand francese Histoires de Bêtes, intenta a difendersi dagli attacchi ricevuti per la sua produzione di peluche di vera pelliccia. I giocattoli in questione sono realizzati con pelliccia e cuoio ricavati da animali da allevamento (visoni, nutrie, montoni e conigli), tutti provenienti da fornitori francesi. I prodotti hanno scatenato l’ira degli animalisti, che definiscono quella di Histoires de Bêtes “Una produzione francese garantita 100% crudeltà”. Su Facebook è nata la pagina “Stop Histoires de Bêtes” che invita a boicottare il marchio e su Change.org è stata aperta la raccolta firme per una petizione per denunciare l’attività. L’azienda risponde alle feroci polemiche con molta semplicità: “Crediamo nei materiali naturali e nell’artigianato locale e in una produzione contenuta, ma di qualità”. Un orsetto Baby Teddy può costare anche 1.800 euro, è un oggetto di nicchia, che certo non tutti possono permettersi. Nel frattempo anche l’azienda piemontese Loro Piana è entrata nel mirino delle critiche per la sua produzione di portachiavi-peluches realizzati in vera pelliccia di coniglio (orylag), volpe e castorino, del costo medio di 390 euro. Meglio la plastica? (mvg)

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