Il retail apocalypse è globale: sono migliaia i posti persi

Retail’s apocalypse is global: thousands of jobs lost

In pochissimi giorni il retail ha perso diverse migliaia di posti di lavoro. Ma il conteggio è in continuo aggiornamento. Con la tempesta Coronavirus in atto, il retail apocalypse è globale. L’impressione è che siamo solo agli inizi: moltissime catene sono in difficoltà e riorganizzano il proprio business. Riorganizzazione che quasi sempre si basa sul taglio dei negozi e, quindi, del personale. Le insegna coinvolte sono Nordstrom, John Lewis, Arcadia, TM Lewin ed Esprit.

Il retail apocalypse è globale

Cominciamo la rassegna dagli States. Nordstrom avrebbe tagliato 6.000 posti di lavoro a giugno, molti dei quali impiegati presso la sede centrale. Lo ha riferito il Seattle Times, che cita un ex dipendente del retailer USA. Qualche giorno prima della pubblicazione, Sourcing Journal scriveva che, secondo fonti anonime, Nordstrom sarebbe in procinto di licenziare nel breve termine dal 20% al 25% del personale a livello nazionale. Ciò si tradurrebbe in un numero di posti di lavoro persi tra 13.600 e 17.000, se si fa riferimento alla forza lavoro dell’azienda alla fine del 2019. Dunque i 6.000 licenziamenti sarebbero solo una prima tranche.

 

 

Nel Regno Unito

Dopo il taglio già annunciato da Harrods di circa 700 posti di lavoro, il retail britannico vede allungarsi l’elenco dei licenziamenti. John Lewis, il grande magazzino più antico del Paese, ha dichiarato che ci saranno tagli di personale e di negozi, che non riapriranno dopo il lockdown. Non sono stati diffusi numeri. Il retailer ha circa 14.000 addetti, per cui si temono diverse centinaia di licenziamenti. TM Lewin, intanto, ha detto che chiuderà definitivamente tutti i 66 negozi nel Regno Unito, con il conseguente licenziamento di circa 600 dipendenti. Lo riporta Retail Gazette, che scrive anche di Arcadia, società che controlla Topshop, Selfridge e Dorothy Perkins, insieme ai marchi Topman e Burton. L’azienda ha annunciato il taglio di circa 500 delle sue 2.500 posizioni lavorative presso la sede centrale.

E in Germania

Esprit ha ricevuto autorizzazione dal tribunale tedesco di Düsseldorf per attuare il piano di ristrutturazione. Fa parte della ricetta il licenziamento del 20% della forza lavoro. Il marchio chiuderà una cinquantina di negozi in Germania, cioè la metà di quelli attualmente esistenti. Secondo Fashion United, Esprit licenzierà 1.200 dipendenti, di cui 800 del retail, 300 in amministrazione in Germania e 100 alla sede di Hong Kong. (mv)

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