Milano rimane il ring del lusso: la caccia alle vetrine continua

Milano rimane il ring del lusso: la caccia alle vetrine continua

A Milano è caccia alle vetrine in Galleria Vittorio Emanuele e in via Montenapoleone. La crisi provocata dalla pandemia ha causato alcune dolorose chiusure, ma non ha scalfito il fascino delle vie milanesi dello shopping. In altre parole: al posto di chi se ne va, ce ne sono (tanti) altri pronti a prenderne il posto. Griffe, ovviamente, ma non solo. Molte delle quali impegnate in progetti di riqualificazione urbana. Per esempio: Prada, Kering e Bottega Veneta.

La caccia alle vetrine in Galleria

Galleria Vittorio Emanuele non ha mai smesso di essere il ring del lusso. A febbraio 2020 Dior ha vinto l’asta dei record dopo 38 rialzi: uno ogni tre minuti, da (almeno) 50.000 euro ciascuno. Poi è arrivata la pandemia che ha congelato tutto. Ora che si vede una via d’uscita, è ripartita la caccia alle vetrine per occupare gli spazi sfitti. Il quotidiano Il Giorno la sintetizza così. Nello spazio dove c’era Ruggeri vogliono entrarci Duomo 21 (ristorante), Damiani (gioielli) e Pinko (abbigliamento). Per la location di Andrew’s Ties-Zadi, concorrono Bric’s Valigeria e, ancora, Damiani e Pinko. Dove c’era la coltelleria Mejana vorrebbero entrare Piquadro (borse e valigie), Giuseppe Zanotti (scarpe), Anna Virgili (borse) e, ancora, Damiani. La Repubblica, invece, ci spiega che Chanel è in lizza per l’ex Diurno Cobianchi, lo storico salone sotterraneo da 1.000 metri quadrati che, però, va completamente ristrutturato.

 

 

Montenapoleone non è da meno

Via Montenapoleone non è da meno. Anzi, si conferma la via dello shopping più lussuosa (e più cara) d’Italia. Lo evidenzia il report Fashion High Street 2021 (edizione post pandemia 2020), realizzato da World Capital con Federazione Moda Italia Confcommercio. Il quale sottolinea che, comunque, i canoni medi sono leggermente scesi, assestandosi in media a 10.500 euro annui al metro quadro. Intanto, Montenapoleone attende la fine dei lavori di riqualificazione (da parte di LVMH) degli store Louis Vuitton ed ex Armani. Il tutto, quindi, ci ricorda che Milano resta molto più che attrattiva per il lusso globalizzato che attende con la massima ansia possibile la ripartenza dello shopping turistico. Non a caso, anche se fuori zona rispetto a Montenapoleone, nel rinnovatissimo e trendy Corso Garibaldi, Supreme ha aperto il primo store italiano.

Non solo spazi commerciali

A Milano, però, le griffe non sono solo a caccia di vetrine, ma sono protagoniste della rigenerazione urbana della città. Il Comune lombardo, in collaborazione con Prada e la piattaforma di investimento immobiliare Coima, come spiega Altavia Italia, costruirà entro il 2025 il quartiere della città olimpica Scalo Romana. Con Kering e Bottega Veneta, invece, riqualificherà alcuni edifici storici. Si parte da Palazzo San Fedele, cullando il sogno di creare un Museo della Moda di respiro internazionale. (mv)

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