In Love Brings Love l’haute couture ha fatto rivivere Alber Elbaz

In Love Brings Love l’haute couture ha fatto rivivere Alber Elbaz

C’era molto rosa, il suo colore preferito, e c’erano i papillon, a lui personalmente cari. C’era la sua effige, un po’ dappertutto, e soprattutto c’erano i suoi codici, assorbiti e rielaborati dai protagonisti dell’haute couture. La fashion week parigina si è chiusa con Love Brings Love, lo show-tributo ad Alber Elbaz. Quarantaquattro tra case di moda e stilisti hanno collaborato alla realizzazione di altrettanti look per celebrare il ricordo, e ancor di più il retaggio, dello stilista, scomparso lo scorso aprile. “Alber sarebbe stato incredibilmente onorato di essere circondato dai suoi colleghi – sono le parole del suo compagno, Alex Koo, riprese dalla stampa –, dai suoi collaboratori, amici e familiari. Gli avrebbe fatto piangere lacrime di gioia e felicità”.

Love Brings Love

Vanessa Friedman del New York Times ricorda che dopo aver lasciato Lanvin nel 2015 Elbaz non si è tuffato subito in un nuovo ingaggio. Al contrario, si è preso tempo per lavorare a nuovi progetti. Uno era AZ Factory, brand sviluppato in collaborazione con Richemont e presentato pochi mesi prima del decesso. L’altra era l’idea di riportare in scena il Théâtre de la Mode. Cioè lo spettacolo allestito nel 1945 da 60 couturier, che mandarono in giro per il mondo bambole per mostrare le tendenze fashion e raccogliere fondi per i sopravvissuti della Seconda Guerra Mondiale. Elbaz voleva recuperare l’atmosfera di circo itinerante, ma in scala 1:1, non con i pupi. Ed è quello che si è visto in conclusione della Fashion Week parigina. Uno show sospeso tra il memoriale e il tributo, dove gli stilisti hanno riflettuto sui codici di Elbaz e sull’impatto che questi hanno avuto sul proprio percorso artistico.

 

 

Chi c’era

Hanno lavorato gomito a gomito Demna Gvasalia di Balenciaga e Daniel Lee di Bottega Veneta. Alessandro Michele di Gucci e Nicholas Guesquiere di Louis Vuitton, che ha proposto una sorta di sottoveste in pelle con effetto bubble (nella foto a destra). C’erano, ancora, Rick Owens e Thom Browne. Mentre, ad assistere allo show, c’erano i magnati dell’industria, da François-Henri Pinault (Kering) a Philippe Fortunato (Richemont), passando da Diego Della Valle (Tod’s). “Per una sera il lusso si è allontanato dallo stereotipo di industria tanto autoreferenziale e competitiva, quanto elitaria – conclude Friedman –. Se non si rivelerà solo un’occasione, ma un momento per ricalibrarsi, il sogno di Alber Elbaz si sarà avverato”.

Foto Getty Images da Marieclaire e L’Officiel

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