Cinque conciatori spiegano che la vera ecopelle “è la nostra”

Cinque conciatori spiegano che la vera ecopelle “è la nostra”

Con i nostri diretti interlocutori non abbiamo mai trovato confusione in merito alla definizione di ecopelle – riconosce Laura Monti, di Lamonti Cuoio –. Chi è nel settore ne conosce sicuramente il significato. In generale, però, la gente fa molta confusione nel distinguere le differenze tra cuoio e pelle ecologica e i materiali sintetici creati con prodotti artificiali”. La vera ecopelle è la nostra, gridano le concerie italiane. Che per ribadire il concetto, che dovrebbe essere ovvio, di avvalgono della certificazione ICEC realizzata sulla base della norma UNI 11427. Cinque imprenditori spiegano su La Conceria n. 2 il loro punto di vista.

La vera ecopelle

La sua pelle, spiega Tommaso Lapi di Gi-Elle-Emme, è fatta “per durare nel tempo”. Questa è la sostenibilità che giustifica il prefisso eco, non altro. La pelle “è un prodotto naturale e resistente che non deve distruggersi velocemente – continua –. Questo concetto, su cui si basa anche la certificazione UNI 11427, abbraccia a pieno un’idea di moda timeless che si basa sul valore del prodotto e si contrappone al consumismo sfrenato del fast fashion usa e getta”.

Per leggere nella sua interezza il servizio de La Conceria, dove intervengono anche Carlo Ficini (Il Bisonte), Alberto Caneva (Faeda) e Valentina Aleide (Only Frank) clicca qui.

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