Il mea culpa di Coach: “Non distruggeremo più l’invenduto”

Il mea culpa di Coach: “Non distruggeremo più l’invenduto”

Coach non cerca giustificazioni. Dopo essere stato beccato a smaltire in modo non molto green l’invenduto dei suoi negozi USA, il brand fa mea culpa. E promette che investirà di più nei progetti di sostenibilità. È bastato che Diet Prada, combattivo account Instagram impegnato per l’equità nell’industria della moda, riprendesse le immagini di Anna Sacks, attivista che a sua volta si batte per la circolarità dell’industria a tutto tondo, perché Coach prendesse nuovi impegni con l’opinione pubblica. Non si sofferma sull’episodio in questione, ma rilancia sui propri progetti di sostenibilità sociale e ambientale.

 

 

Il mea culpa di Coach

“Siamo impegnati nella sostenibilità. Abbiamo smesso di distruggere i resi in negozio di beni danneggiati o invenduti”. Sacks, partendo da immagini girate negli States a fine agosto, accusava Coach di smaltire i prodotti non venduti come danneggiati per ragioni di utilità fiscale. “Stiamo massimizzando l’impiego di questi beni in Coach (Re)Love e altri progetti di circolarità – risponde ora il marchio dai social –. L’anno scorso abbiamo donato prodotti per un valore di 55 milioni di dollari per sostenere famiglie a basso reddito, persone in stato di necessità e chi entrava in programmi di avviamento professionale o formazione”. Da Tapestry, insomma, non vogliono passare come spreconi irresponsabili: “Continueremo a sviluppare e implementare soluzioni – scrivono – per riciclare e riutilizzare in maniera responsabile i prodotti danneggiati o in eccesso”.

Leggi anche:

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×