In Ganni sulla pelle sbagliano, il fail dei materiali veg di Tesla

In Ganni sulla pelle sbagliano, il fail dei materiali veg di Tesla

Ganni ha deciso di sostituire la pelle con un materiale alternativo. E noi non temiamo di dire che i vertici del brand danese sulla pelle sbagliano: sono errate le ragioni con cui argomentano la decisione e la fiducia che ripongono sui tessuti bio-based. Perché, come dimostra una polemica scoppiata in estate sugli interni vegani di Tesla, le figuracce sono dietro l’angolo.

In Ganni sulla pelle sbagliano

E così Nicolaj Reffstrup, fondatore di Ganni, ha spiegato che il brand dal 2023 eliminerà gradualmente dalle sue collezioni la pelle. Perché, a suo dire, “sebbene il materiale consenta vendite molto redditizie”, sarà “presto desueto”, come veder “fumare in TV”. E già questo ci lascia perplessi. Ma siamo nell’ambito delle opinioni personali. Reffstrup ha, invece, oggettivamente torto quando spiega di bandire la pelle “a causa degli alti livelli di emissioni di metano dal bestiame”. È lo stesso errore concettuale di Volvo. Se il fondatore di Ganni fosse più informato, saprebbe che la concia nobilita un sottoprodotto della zootecnia. Quindi, smettendo di usarla, non condiziona per niente le attività degli allevamenti, mentre sabota una filiera industriale, quella conciaria, che fa upcycling. Fa sorridere, in questo senso, che Ganni preferisca alla pelle un materiale “vegetale” perché “utilizza scarti della filiera agricola”, anche se il tessuto è composto al 45% da “poliuretano water-based”.

Attenti alle alternative

Da Ganni (nella foto a destra, un look) spiegano di aver avuto bisogno di molto tempo per individuare un’alternativa valida alla pelle. Chissà se la loro scelta è quella giusta. Perché un post estivo di The Hog Ring riportava lo sconcerto tra i clienti Tesla. Gli interni vegan del brand vegan, infatti, a volte si gonfiano in bolle (come si vede nella foto). La casa automobilistica, però, non prevede rimborsi per i clienti che si trovano con poggiatesta e sedili rigonfi. Perché? Alla base delle increspature non ci sono errori di Tesla in fase di costruzione, ma dei clienti durante l’utilizzo dei veicoli. “L’uso di solventi (incluso l’alcol), prodotti in gel a base di alcol (come disinfettante per le mani), candeggina, agrumi, nafta o prodotti o additivi a base di silicone – recita il libretto dei veicoli – sui componenti interni può causare danni”.

 

 

La delusione dei clienti Tesla

Proprio la risposta ha deluso i clienti Tesla. Non è detto che ci sia stata applicazione diretta degli agenti sui rivestimenti perché questi comincino a gonfiarsi in bolle. Può essere stato fatale un contatto indiretto, come quello di un gel applicato sulla pelle o di un prodotto utilizzato per i capi d’abbigliamento che in seconda battuta si trasferisce sugli interni Tesla. “Se un prodotto su cui ti siedi non può sopportare normali prodotti di bellezza – osserva un utente –, allora sicuramente non è adatto allo scopo”.

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