È quello di Werner Christ, brand tedesco che usa solo le pelli della sua conceria (che è in Uruguay) e produce nella manifattura di proprietà (che è nelle Filippine). Altissima qualità, massima sostenibilità: a 360 gradi
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È quella di Chapal, brand nato in Francia come conceria nel lontanissimo 1832, diventato iconico per un certo tipo di total look maschile e arrivato a dare lavoro a più di 1.300 persone. Oggi sono molte, molte di meno. Ma, anche questa, è la sua forza. La nostra intervista a Jean- François Bardinon
A volte ritornano. Dalla Gran Bretagna rinasce la pelle di Connolly, conceria che nel ‘900 di strada ne ha fatta parecchia (nel vero senso della parola), ma poi si è persa. Ora riparte dalla sua storia. E dal suo DNA
Morbida, resistente, piacevole al tatto. Magari profumata e, certo, dal retaggio nobilissimo. Per ragioni di marketing, lo sappiamo, anche le case automobiliste si attrezzano per rispondere a quella quota di pubblico che preferisce i tessuti. Ma la pelle si conferma il materiale elettivo per le supercar di altissima gamma
Le relazioni commerciali internazionali sono, ormai, il teatro della furibonda macroguerra tra gli USA e il resto del mondo. Ma, nel suo “piccolo”, la pelle continua a essere penalizzata. Anche se la crisi sta facendo vacillare alcune annose certezze
La storia del Cuoio di Russia evoca molto di più di quella che potrebbe essere definita “la memoria della pelle”. È il racconto di un segreto avventuroso rimasto per quasi 2 secoli sul fondo della Manica. Un mistero che Elise Blouet-Ménard ha studiato per quasi 10 anni e risolto
Queste ultime stagioni ci hanno abituato a vedere la pelle bistrattata dal dirompente mondo dell’athleisure. Relegata in una dimensione problematica nel segmento della sneaker, che ha letteralmente divelto dalle sue fondamenta l’identità della calzatura. Pressoché mai utilizzata nelle collezioni di abbigliamento (più o meno) da palestra
Prendete i 5 profili che seguono come 5 schede. Ognuno presenta un brand che possiamo definire “emergente”. Come e perché lo scoprirete leggendo. Alle spalle di ognuno di essi c’è una donna (in un caso, tre). E, questo, è il loro primo denominatore comune. Il secondo tratto condiviso riguarda una scelta produttiva ben precisa. Scelta che, tra l’altro, tutti i brand considerati mettono bene in evidenza in interviste e sui loro siti web. Quasi come a dire: «Questa caratteristica è la nostra arma vincente». Usano tutti pelle italiana. E se ne vantano
In Argentina: camion su camion che scaricano pelli grezze da seppellire come rifiuti (perché quello sono, un rifiuto dell’industria alimentare)
Sei volti, sei personaggi per raccontare un anno difficile, complesso, preoccupante. Il 2019
Chi punta i riflettori sul processo, chi sul prodotto, chi sui risultati raggiunti: tutti sulla capacità di comunicarli. Alla domanda di copertina de La Conceria n. 10, conciatori, studenti di moda e addetti ai lavori rispondono con entusiasmo. La moda è incalzata dalla voglia e dalla necessità di nuovo. La filiera della pelle si conferma...
Luci verdi, luci rosse. Il mercato della pelle è attraversato da spinte contrastanti: a volte uguali, spesso opposte. Lineapelle 97 (Milano, 2-4 ottobre) è stata occasione per raccogliere le impressioni dalla viva voce dei conciatori
Il dato, se non è spiazzante, di certo stordisce. Il 2018 ha visto la manovia globale sfornare qualcosa come 24,2 miliardi di paia di scarpe.
Certo, produce sempre tantissimo, ma Pechino non è più il paradiso calzaturiero di una volta. E le ragioni, in una certa misura, rappresentano un paradosso
CHANEL rinuncia a cocco e rettili, la pelle non ci sta. «Non è la giusta visione della sostenibilità», «È una scelta economica: non durerà
Nessun sondaggio, questa volta. La nostra ultima copertina poneva una domanda che, una volta tanto, non richiedeva di schierarsi dalla parte del “sì” o del “no”. Questa volta ci aspettavamo di ricevere racconti di esperienze e motivazioni, tutte legate all’esigenza di chi, nel mondo della pelle, cerca o ha cercato lavoro. Così come quelle di chi sta dall’altra parte della cattedra, insegnando. Queste sono quelle che abbiamo ricevut
Fine agosto 2019: a Biarritz, il lusso si siede al tavolo del G7. François-Henri Pinault (patron di Kering), su invito di Macron presenta il Fashion Pact, la coalizione del lusso sostenibile. Ma “qualcuno” manca all’appello
Facile dire: è tutta colpa degli allevamenti bovini. Se poi sono intensivi, la colpevolezza è assicurata. La dannazione certa. La redenzione impraticabile. La corrente di pensiero veg, che possiede una capacità virale di contaminare la facoltà di pensiero dell’opinione pubblica, non ha dubbi a tal proposito. Sono la filiera della carne e, in particolar modo, l’allevamento i primi responsabili del riscaldamento globale. Bene: è un falso mito
La tenuta di Micam Un’edizione molto particolare quella di Micam, la fiera internazionale di riferimento per l’industria calzaturiera. Svolta a Fieramilano Rho dal 15 al 18 settembre, Micam ha celebrato la sua 88esima “replica” e, soprattutto, i suoi primi 50 anni di vita. 1.303 gli espositori, di cui 695 italiani e 608 internazionali, che hanno...
«Spiacenti, ma il cromo non è più strategico». Lanxess vende la divisione chrome chemicals ai cinesi di Brother. Cambierà qualcosa per il mercato?