Tra Milano e Parigi, le sfilate femminili “a distanza” dedicate all’inverno 2021/22 si sono mosse lungo sentieri a volte fiabeschi, a volte surreali.
Espressioni creative di puro lusso, dove la pelle ha materializzato un istrionico immaginario
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C’è chi si dice convinto, fornendo dati vari ed eventuali, che la pandemia abbia sconvolto in modo talmente profondo i consumi, che per la classica décolleté non ci sia quasi più spazio.
La pelle cavalca con l’Uomo e gioca un ruolo da protagonista sotto i riflettori delle ultime sfilate, rigorosamente svolte in modalità digitale. Le collezioni presentate a gennaio tra Milano e Parigi hanno aperto (o riaperto) nuovi panorami creativi e stilistici alla moda maschile.
Il Decreto Pelle, entrato in vigore a fine ottobre, finalmente regolamenta l'utilizzo dei termini pelle e cuoio. Ma adesso molte concerie stanno ricorrendo al certificato di «cuoio ecologico» di ICEC. Perché è giusto offrire garanzie sulla sostenibilità del proprio prodotto. E perché bisogna abbattere l'ultimo totem del marketing vegano. L'ecopelle è il derma animale conciato secondo i parametri della norma UNI 11427, non il materiale alternativo
Complici le misure di social distancing e la seconda ondata, in tutto il mondo la gente passa più tempo tra le mura domestiche. E, per questo, decide di spendere nell'interior design, a beneficio della pelle
L’importante è collaborare. Se un paio d’anni fa qualcuno (noi compresi) iniziava a nutrire dubbi sulla tenuta della sneaker e del suo boom, oggi questi dubbi lasciano spazio a una rinnovata consapevolezza
Torna, soprattutto la pelle. Per il suo essere un materiale di recupero e, quindi, la nobilitazione di uno scarto altrui. Per il modo in cui sono rigenerati e trasformati i residui del suo processo produttivo.
Avevamo definito il 2019 come “l’anno delle acquisizioni”. Beh, nonostante Covid (o, forse, anche a causa sua), il 2020 non è stato da meno. Tra colpi miliardari e operazioni di controllo della filiera, la corsa allo shopping di aziende non si è fermato. E, c’è da esserne quasi certi, continuerà
La storia di Bimac è un esempio di adattamento evoluzionistico calzaturiero che, oggi, ha trovato la sua dimensione ideale nel terzismo per brand di nicchia. Per loro produce sneaker che, potendo, farebbe solo e soltanto in pelle…
Arrivano dalla Svezia. Pensavano di produrre la loro (complicata) scarpa in Portogallo, usando pelli made in Italy. All’ultimo minuto, però, Bay and Wall ha optato per l’artiginalità marchigiana. I fondatori Oskar e Viggo Lagerwall ci spiegano perché
Cacciare animali selvaggi. Lavorare le loro pelli. Venderle agli altri avatar per diventare il numero 1. Anche la concia può essere un gioco. Anzi, un videogioco.
Storia, produzione e sfide di C&T Pelletterie, azienda veneta giunta alla quarta generazione, producendo al 90% per le griffe
È quella che racconta il caso di “reshoring esemplare” di Sue Wyss-Kwan, fondatrice del marchio olandese di pelletteria Su.B. La decisione di produrre in Cina, la profonda delusione, l’arrivo in Italia. Dove ha trovato (per 1.000 motivi) il partner produttivo ideale e dove ora ne cerca un altro
«Siamo i sarti della calzatura» dice Fabiola Vita, da 30 anni, con Viesse, terzista per una scelta strategica che continua a dare i suoi frutti. Anche oggi
Savannah Yarborough ha fondato Atelier Savas con l'intenzione di portare in ogni giacca lo spirito di Nashville, The Music City. Consapevole che la pelle (italiana) è il materiale perfetto per lo scopo
Nasce come bottega da calzolaio, nel 1880. Si converte alla pelletteria, a fine anni ’60. Diventa il riferimento per le case automobilistiche nella produzione di bagagli in pelle custom made. Ecco la straordinaria storia italiana di Schedoni
Dopo 24 anni nella US Army, Natasha Norie Standard cambia vita, “studia calzatura” a Milano e fonda il suo brand, che produce tra Vigevano e Napoli. Questa è la sua storia
È quello di Werner Christ, brand tedesco che usa solo le pelli della sua conceria (che è in Uruguay) e produce nella manifattura di proprietà (che è nelle Filippine). Altissima qualità, massima sostenibilità: a 360 gradi
È quella di Chapal, brand nato in Francia come conceria nel lontanissimo 1832, diventato iconico per un certo tipo di total look maschile e arrivato a dare lavoro a più di 1.300 persone. Oggi sono molte, molte di meno. Ma, anche questa, è la sua forza. La nostra intervista a Jean- François Bardinon
A volte ritornano. Dalla Gran Bretagna rinasce la pelle di Connolly, conceria che nel ‘900 di strada ne ha fatta parecchia (nel vero senso della parola), ma poi si è persa. Ora riparte dalla sua storia. E dal suo DNA