C’era una volta il Metaverso, benvenuta Intelligenza Artificiale

C’era una volta il Metaverso, benvenuta Intelligenza Artificiale

C’è stato un momento in cui pareva che il Metaverso potesse rappresentare una nuova dimensione esistenziale, per l’individuo e per vari settori professionale. A cominciare dalla moda. A traino reciproco, si gonfiò la bolla degli NFT, alias Non-Fungible Token. Pare passato un secolo. Non parla quasi più nessuno, perché l’argomento topic è diventato l’Intelligenza Artificiale. Un tema destinato, come scriviamo sull’ultimo numero del nostro mensile – La Conceria 3/2024 -, ad avere vita molto più lunga, perché in esso risiede la possibilità di un reale e concreto sviluppo applicativo nella realtà di ogni giorno, compresa la nostra filiera di riferimento.

C’era una volta il Metaverso

C’era una volta il Metaverso, benvenuta IA, dunque. Anche se c’è chi è riuscito a cucire tra loro questi mondi. È la pelletteria Bianchi e Nardi 1946. Il suo progetto, che raccontiamo sul nostro mensile, si chiama X3ME e “nasce dalla volontà di creare prodotti fisici e trasportarli nel mondo digitale”. In altre parole, la storica pelletteria di Scandicci ha deciso di investire nell’innovazione high-tech per “usare la tecnologia più all’avanguardia per promuovere e rimanere fedeli alla tradizione manifatturiera”. Un controsenso? Solo in apparenza, perché il mondo digital, come dimostra la loro iniziativa, può diventare un volano per l’artigianalità.

 

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Un volano per l’artigianalità

X3ME è una capsule collection di accessori che, attraverso una piattaforma dedicata, saranno personalizzabili e tracciabili in ogni minimo dettaglio, nonché trasformabili in NFT. È composta da una pochette in pelle di vitello, una round-bag e uno zaino. È dedicata ai membri del Bored Ape Yacht Club, “le famose scimmie che rappresentano la community più high spending del mercato NFT”, racconta Gabriele Selvi che ha seguito il progetto per la pelletteria toscana. Per Bianchi e Nardi 1946 questa è una possibile declinazione della moda del futuro. Per noi, oggi, è un bel modo di dimostrare che il mondo digitale e quello artigianale possono avere molti più punti di contatto di quanti se ne possano immaginare.

Clicca qui per leggere l’articolo “La moda del futuro” e qui per il sommario nel numero 3/2024 del nostro mensile

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