L’intesa tra SSIP e Regione Campania per l’innovazione sostenibile

L’intesa tra SSIP e Regione Campania per l’innovazione sostenibile

Sostenibilità, innovazione, distretti. L’intesa tra SSIP e Regione Campania proietta lo sviluppo della filiera della pelle sulla direttrice della qualità green dei prodotti e dei processi. “È la nostra prima linea di difesa”, commenta Valeria Fascione, assessore alla Ricerca e Innovazione della Regione Campania. “La Stazione Sperimentale, in sinergia con il suo partenariato di ricerca di elevato profilo scientifico – aggiunge Edoardo Imperiale, direttore generale di SSIP –, ha sviluppato una massa critica di offerta tecnologica in materia di innovazione dei prodotti in pelle e di strategie per lo sviluppo di processi sempre più sostenibili e circolari. È a servizio delle imprese, già di immediata utilità”. Occasione del confronto è stato l’appuntamento “Programma di Open Innovation Leather 2025/Le nuove traiettorie tecnologiche e gli strumenti per l’innovazione sostenibile della filiera della pelle”, che si è svolto presso la sede di SSIP (Pozzuoli, Napoli).

L’intesa tra SSIP e Regione Campania

“Con il Tecnopolo Nazionale per l’Innovazione Sostenibile da localizzare a Napoli, la Campania rilancia una sfida strategica – sono le parole di Fascione –. Il progetto vede la realizzazione nella stessa area del Polo dell’Agritech per lo sviluppo di tecnologie innovative nel settore agroalimentare. Ci sono sfide che non valgono solo per un comparto ma per tutti. Il distretto conciario campano un tempo aveva numeri di un certo tipo e poi, complice la globalizzazione, ha visto erodere il proprio mercato. Lo si deve al fatto che si è puntato per molto tempo su produzioni competitive sui costi e non solo sulla qualità”. È ora di invertire la rotta: “Abbiamo imparato che la qualità è la nostra prima linea di difesa – continua l’assessore –. Abbiamo capito che l’innovazione è un propellente di qualità. Insieme a SSIP, l’intera filiera della pelle punta sulla qualità perché punta sulla ricerca”.

A Pozzuoli sono pronti

L’incontro propiziato da SSIP e Regione Campania rappresenta l’occasione per avviare una cabina di regia per consolidare il processo di contaminazioni fra chi condivide l’obiettivo della Circular Economy. “Le traiettorie tecnologiche emerse dal Programma ‘Leather Innovation Challenges 2025’ – spiega Imperiale –, in linea con quanto previsto nell’ambito del Programma di Manifattura Sostenibile promosso dalla Regione, possono contribuire alla progettazione di un dimostratore tecnologico in materia di valorizzazione degli scarti produttivi in una logica di economia circolare”.

 

 

La filiera della pelle 

“Oggi le condizioni di mercato non sono stabili – spiega Mario De Maio, dirigente della conceria DMD Solofra, consigliere SSIP e vice presidente Confindustria Avellino –. Ma abbiamo la certezza che per crescere dobbiamo far crescere la qualità dei processi che adottiamo e dei prodotti che sviluppiamo”. Al contempo Pasquale Della Pia, vice presidente Assocalzaturifici, incalza sulla necessità del gioco di squadra. “Non basta un buon prodotto, serve puntare sui distretti per crescere, sulle reti. È ancora più urgente un’azione per far crescere il sistema calzaturiero campano. Ed in questo è fondamentale SSIP”.

E quello della moda

“Quello che si fa per la filiera pelle, dalla ricerca alla tutela, andrebbe fatto – dice Carlo Casillo, presidente della sezione Moda e Design dell’Unione Industriali di Napoli – anche per il tessile e l’abbigliamento”. Per Carlo Palmieri, vice presidente del Sistema Moda Italia, l’obiettivo è inserire il mondo della scuola nella partita: “Puntiamo sugli ITS. Dobbiamo lavorare per far capire che in quei luoghi si formano figure professionali di cui il Paese ha un estremo bisogno”. “La ricerca ha evidenti ricadute sul sistema produttivo – conclude Luigi Nicolais, consigliere del Ministro per l’Università e Ricerca e consigliere scientifico SSIP –. Il PNRR non si traduce in danari, ma in una autentica riforma del sistema. Abbiamo alcuni anni di investimento per realizzare cose che poi dovranno rimanere e crescere, meglio puntare su progetti aggregati che creare nuovi edifici”.

In foto alcuni scatti dal convegno di Pozzuoli

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