Dai divani alle borse, il successo di Moore & Giles è in pelle

From sofas to handbags: Moore & Giles’s future is leather

Un viaggio dai divani alle borse, per sfuggire al fallimento e ritrovarsi più forte. Negli anni ’80 l’azienda americana Moore & Giles si è trovata in un vero e proprio pericolo esistenziale. L’attività svolta nel cinquantennio precedente, la fornitura di pelle per calzatura, evaporava insieme alla dispersione della manifattura statunitense in Asia. Che fare? L’azienda non si è arresa. Ha virato verso l’imbottito, ed è arrivato il successo. Perché la mossa ha permesso a Moore & Giles di intraprendere il percorso che la porta ora a impiegare 115 persone nella sede centrale, in Virginia.

Dai divani alle borse

Il salto verso la fornitura per l’arredo inizialmente non ha funzionato, riconosce il presidente Sackett Wood con la testata Business of Home. La svolta è arrivata dopo un’intuizione. “Inviammo una borsa a una conceria spagnola nostra fornitrice – racconta Wood –. Vogliamo una pelle per divani come questa, dicemmo. Il fornitore ce ne fece dieci e ci chiese, che ve ne fate? Le vendiamo ai salottifici”. Quella che sembrava un’idea peregrina, si rivelò un boom. Il primo cliente è stato Henredon, ai tempi produttore di Ralph Lauren Home. “Consideravamo un successo venderne 5.000 piedi – continua Wood –, ne piazzammo una quantità esponenzialmente maggiore”.

Il brand

Sull’onda dell’entusiasmo, Moore & Giles nel 2005 ha lanciato un proprio marchio di accessori. “Quando decidi di investire nel tuo marchio, lo devi fare con convinzione – spiega il presidente –. Quando preparammo la prima collezione, decidemmo di fare uno shooting fotografico. Ci arrivarono gli scatti, e non ce ne piaceva neanche uno. Ci è costato un bel po’, ma abbiamo ripetuto lo shooting”. Ora Moore & Giles ha un team per il marketing, che include fotografi, graphic designer e web designer.

Il valore della pelle

L’azienda della Virginia lavora con una rete di concerie in Italia, Spagna, Nuova Zelanda Sud America e Far East. Soprattutto, Moore & Giles vede nella pelle un asset fondamentale, oltre che un valore sostenibile. “Se non conoscessimo la pelle conciata – conclude Wood –, sarebbe da inventare, perché dovremmo fronteggiare le pelli grezze da smaltire in discarica”.

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