Per CVC (azionista Pasubio) è prioritario che lo Stato tuteli FCA

Per CVC (azionista Pasubio) è prioritario che lo Stato tuteli FCA

Il Governo si deve impegnare a favore della principale società italiana dell’auto? O è meglio che si disimpegni, perché ormai il gruppo è una multinazionale con sedi legali e fiscali all’estero? La risposta di Alfredo Altavilla è semplice, quanto diretta. È prioritario che lo Stato tuteli FCA Italia: “La richiesta di accedere alla garanzia SACE a supporto di un prestito di 6,3 miliardi – spiega a Il Corriere della Sera – è assolutamente legittima, hanno i requisiti per farlo e dal punto di vista industriale è la decisione giusta”. Altavilla, una carriera nelle quattro ruote, per sei anni da responsabile dei mercati EMEA proprio per FCA, di auto ne capisce. Oggi, che è anche presidente di Recordati, rimane nella filiera nel ruolo di senior advisor del fondo CVC, azionista di Conceria Pasubio.

È prioritario che lo Stato tuteli FCA

Sull’opportunità che il Governo faccia da garante per FCA, dicevamo, si è scatenata una bagarre giornalistica e politica. Secondo Altavilla la mossa non è solo a favore di FCA: “La misura così costruita con Intesa San Paolo è un effettivo aiuto anche alla filiera – afferma –, poiché prevede l’apertura di conti correnti diretti per i fornitori su cui affluisca la liquidità. Il dibattito su questa vicenda che avviene anche in sede politica, è assolutamente sterile”.

Anche se è una multinazionale?

Altrettanto severa è anche la valutazione delle polemiche sul profilo della capofila di FCA, che ha sede legale e fiscale all’estero. “Quello che conta è la salvaguardia dei posti di lavoro, il fatturato e gli investimenti realizzati all’interno del nostro Paese – conclude Altavilla –, dove FCA ha 40.000 addetti e 5 fabbriche solo di auto. Non dobbiamo dimenticare che, nell’auto, qualunque nuovo progetto ha una logica di investimento pluriennale”.

Nella foto Imagoeconomica, un impianto italiano di produzione FCA 

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