Riviera del Brenta, scontro sul rinnovo del contratto integrativo

Riviera del Brenta, scontro sul rinnovo del contratto integrativo. I rappresentanti dei lavoratori del distretto attaccano Confindustria e l’associazione dei calzaturifici sostenendo che “rifiutano il confronto“. Immediata la replica del presidente ACRIB Gilberto Ballin: “Le buone relazioni sono un valore aggiunto, ma l’attuale momento storico ci impone di adottare un modello coerente al contesto“. La volontà degli industriali non sarebbe, infatti, quella di interrompere il dialogo, ma di posticipare la discussione a dopo l’estate.

Le parole di Ballin

“Rimango dell’idea che le buone relazioni industriali rappresentino un valore aggiunto per le nostre imprese. Ed è mia intenzione, ove possibile, continuare a mantenerle” dichiara Ballin. Che sottolinea come le aziende del distretto e dell’intero settore stiano affrontando “un periodo di grande incertezza sui mercati, aggravato, spesso, da problemi di liquidità su cui pesa anche l’aver anticipato la Cassa Integrazione durante il periodo di chiusura. L’attuale momento storico, tuttavia – conclude Ballin -, ci impone la necessità di adottare un modello coerente al contesto nel quale stiamo vivendo, in una fase di difficoltà per tutto il settore”. L’intenzione degli industriali non sarebbe, comunque, quella di chiudere definitivamente la discussione sul rinnovo. In altre parole, si tratterebbe solo di superare il periodo più critico. Il confronto potrebbe, quindi, riaprirsi dopo l’estate.

 

 

Scontro sul rinnovo

“Rinnovare i contratti scaduti, quale il contratto territoriale di distretto, rappresenta un’opportunità strategica per le imprese. Per dare risposte alle domande di coloro che rappresentiamo per affrontare, assieme, con nuovi strumenti, l’inedita fase che ci attende e i cambiamenti del modo di lavorare e di produrre” scrivono in una nota unitaria Filctem, Femca e Uiltec. L’integrativo territoriale adottato in questi anni nel distretto calzaturiero del Brenta aggiunge tra i 700 e gli 800 euro in busta paga all’anno a oltre 10.000 lavoratori tra le province di Padova e Venezia.

Foto di repertorio, archivio La Conceria

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