Scarpe e accessori medievali: cronache da una nicchia “fantastica”

Scarpe e accessori medievali: cronache da una nicchia “fantastica”

Il fantastico mondo delle scarpe e degli accessori medievali. Il calzaturificio Alberto Monti di Monte Urano è un punto di riferimento per la produzione di calzari medievali e storici destinati ai figuranti di cortei e spettacoli. Calzature storiche che rappresentano il fiore all’occhiello della produzione artigianale (maschile) di Maurizio Marinozzi (Fermo), noto come è “l’arciere cuoiaio”. È un artigiano hobbista che realizza tutto completamente a mano, senza l’ausilio di nessuna macchina. Per esempio: faretre, cinture, scarselle di varie epoche ed altri prodotti in cuoio. Un mercato di nicchia che regala molte soddisfazioni (e non solo).

Scarpe e accessori medievali

“È cominciato tutto nel 1990, collaborando con la Quintana di Ascoli Piceno. Preparammo alcuni modelli per le rievocazioni storiche. Poi abbiamo cominciato a esplorare questo mercato” ci dicono Alberto Barchetta e Massimo Marziali (a destra nella foto) che gestiscono il calzaturificio che hanno fondato nel 1987. Da quel momento, grazie al passaparola, ora ricevono richieste di collaborazione da tutta Italia. E non solo. Nel 2019 hanno ricevuto un ordine di 1.500 paia dalla Svizzera: servivano ai figuranti della Fête des Vignerons che si svolge ogni 20 anni a Vevey. “Nel tempo abbiamo perfezionato il prodotto dal punto di vista stilistico, rendendolo indossabile tutti i giorni e non solo durante la sfilata o lo spettacolo”. Le scarpe storiche, ci spiegano, devono essere cucite e non incollate per non correre il rischio che, esposte al sole per molte ore, il fondo si separi dalla tomaia. TNB: tutte le calzature storiche sono in pelle.

 

 

Maledetta pandemia

La pandemia, però, ha fermato tutte le rievocazioni e i cortei storici, azzerando quasi completamente questo segmento produttivo. Maurizio Marinozzi, 68 anni ( foto a sinistra), vendeva i suoi prodotti, tutti realizzati a mano nel suo piccolo laboratorio, prevalentemente ai mercati medievali, dove svolgeva anche attività dimostrative. “Dalla mia esperienza devo dire che il lavoro manuale è poco valorizzato. Le soddisfazioni più grandi arrivano dai bambini che, dopo aver assistito ad una mia dimostrazione, l’anno dopo tornano per farmi vedere quello che sono riusciti a realizzare”. (mv)

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