Molto più che scomoda: la Poulaine, la sneaker del Medioevo

Molto più che scomoda: la Poulaine, la sneaker del Medioevo

La sneaker del Medioevo era la Poulaine, un modello di calzatura in pelle caratterizzato da una lunghissima punta. Conquistò l’Europa e i soldati la usavano anche in battaglia, nonostante fosse molto più che scomoda. Infatti, una nuova indagine sui resti di alcune persone vissute in Gran Bretagna nel XIV secolo rivela che causavano fastidiose borsiti e l’alluce valgo.

La sneaker del Medioevo

Dal XII al XV secolo le “Scarpe di Cracovia” o “Scarpe Polacche” erano diffusissime nonostante non fossero molto pratiche. Infatti, presentavano una forma allungata che terminava con una lunghissima punta, probabilmente di ispirazione orientale. I primi modelli furono realizzati in Polonia, da cui il nome, e come evidenzia Vanilla Magazine fu la corte di Borgogna a diffonderle. La calzatura era in cuoio, mentre con il muschio o con altri materiali veniva realizzata la caratteristica forma a punta. Da notare che la Poulaine era, già a quei tempi, un modello gender free. In altre parole, era unisex, anche se il modello maschile presentava una punta più lunga, con un riferimento all’organo sessuale.

 

 

Anche in battaglia

Le Poulaine erano talmente di moda che anche per affrontare una battaglia i soldati erano obbligati a indossarle, spesso con rinforzi in ferro. A volte, però, la punta era un problema. Durante la battaglia di Nicopoli (anno 1396), per sfuggire all’esercito turco, i francesi dovettero tagliare le punte delle scarpe per poter correre più velocemente.

Molto più che scomoda

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge ha studiato i piedi di un gruppo di donne e uomini vissuti in Gran Bretagna nel XIV secolo. Tutti, come la maggior parte degli inglesi di quell’epoca, hanno usato a lungo le Poulaine. “Queste calzature determinano cambiamenti degenerativi alle ossa dei piedi. Ci sono segni osteologici molto chiari che le dita dei piedi sono state spinte lateralmente. E ci sono fondamentalmente buchi nell’osso che suggeriscono che i legamenti si stavano allontanando. È doloroso anche solo guardare l’osso” spiega a ctvnews.ca la paleopatologa Jenna Dittmar che ha lavorato alla ricerca.

Lo studio

L’analisi sui piedi degli scheletri è iniziata quando i ricercatori hanno individuato deformità in alcuni soggetti. In totale hanno analizzato 177 scheletri di persone vissute dall’XI al XV secolo e sepolti a Cambridge e dintorni. Il team di ricerca, come riporta ancora ctvnews.ca, ha scoperto che il 27% delle persone risalenti al XIV e XV secolo soffriva di borsiti, rispetto a solo il 6% dei vissuti tra l’XI e il XIII secolo.

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