Cina, la boutique Loius Vuitton non ce la conta giusta. L’ultimo oltraggio del fake? Gli store falsi

Taroccare i prodotti non basta: in Cina allestiscono anche vere e proprie boutique fake. È successo, ad esempio, nel polo commerciale di Renhuai, cittadina di 100.000 abitanti nella provincia di Guizhou, dove sono comparsi negozi “Loius Vuitton” e “Plada”. Insomma, ora è applicata al retail la più antica tattica di copiarella commerciale da mercatino: stesso font, logo molto simile, ma dettagli (e che dettagli) che denunciano la sostanziale differenza. Come spiega un reportage di Inkstone ripreso da Rivista Studio, l’operazione non solo è (chiaramente) illegale, ma anche corsara: gli imprenditori mendaci aprono di questi negozi in città o quartieri a scarso contatto col lusso, cioè dove i residenti con più semplicità cascano nel tranello, per poi sbaraccare appena arrivano le denunce. Lo store Loius Vuitton di Renhuai, ad esempio, è stato chiuso e dismesso in due giorni. La Cina non è nuova a trovate del genere. Nel 2013 a Shenyang allestirono una vera e propria via del lusso completamente falsa: a Wanda Square campeggiavano insegne come Herwes, Cnanel e Cairter. Ancora prima, nel 2011, nella provincia di Yunnan aveva aperto un megastore in tutto e per tutto uguale a Ikea, per concept e prodotti esposti, ma che non era Ikea. (foto dal profilo Instagram)

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