Curtume CBR, gli operai prendono possesso della conceria

Curtume CBR, gli operai prendono possesso della conceria

La vicenda di Curtume CBR entra in un nuovo capitolo. Un capitolo più conflittuale. Infatti, i leader sindacali hanno annunciato che gli operai della conceria argentina hanno preso possesso dello stabilimento di Nonogasta in attesa che gli siano pagati gli stipendi arretrati. Nel frattempo, continua il confronto tra istituzioni per provare a risolvere una situazione complessa.

Gli operai prendono possesso della conceria

“Di fronte al silenzio da parte dei responsabili aziendali in ogni dialogo e trattativa, ci siamo impossessati della materia prima (nella foto, tratta da Twitter) e delle risorse in giacenza. Questo, a garanzia della riscossione del corrispettivo compenso da parte di ciascuno dei lavoratori”. Con queste parole, come riporta fenix951.com.ar, la segreteria generale della Federación Argentina de Trabajadores de la Industria del Cuero y Afines ha comunicato la nuova mossa dei lavoratori. I quali, su Twitter, annunciano: “Non faremo un passo indietro“.

Misure di sostegno

Lo stesso sindacato ha, comunque, comunicato che il governo provinciale e quello nazionale hanno garantito misure di sostegno agli operai. “Contiamo che l’intera vicenda termini entro febbraio, quando vogliamo tornare al lavoro. Se sarà prima, meglio, ma entro febbraio va risolto il problema degli investimenti con l’acquisizione della conceria da parte dei lavoratori insieme allo Stato, oppure solo dallo Stato – spiega il responsabile del sindacato Secalar, Federico Salazar -. Sappiamo di contatti tra lo Stato e possibili investitori da Sud Africa e Cina“.

Il confronto tra le istituzioni

Intanto, il senatore Julio Martínez ha incontrato il precedente proprietario di CBR, Emir Yoma, per individuare possibili vie d’uscita. “La diagnosi è complessa, nel Paese hanno chiuso diverse concerie – spiega Martínez -. Ogni possibilità di uscita dalla crisi dovrà avere il sostegno sia del governo provinciale sia di quello nazionale, con un impegno di medio termine che consenta una riconversione fattibile e sostenibile”.

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