Lo Stato si defila e il salvataggio di Curtume CBR si complica

Lo Stato si defila e il salvataggio di Curtume CBR si complica

Il futuro di Curtume CBR si complica. Il governo argentino ha annunciato agli enti locali e ai sindacati che non intende avviare la procedura di salvataggio per l’azienda di Nonogasta. Il problema? La mancanza di garanzie sul ritorno a regime della sua attività.

Curtume CBR si complica

A darne notizia, attraverso fenix951.com.ar, è il segretario generale del sindacato dei conciatori Federico Zalazar. A quanto riferisce Zalazar, Buenos Aires non intende mettere sul piatto, nemmeno in parte, i fondi necessari al salvataggio della conceria. Perché? “Non ci sono garanzie che tra cinque anni l’azienda non andrà nuovamente in crisi”. Un duro colpo per i circa 800 lavoratori di Curtume CBR (nella foto, tratta da curtumecbr.com) che, come ha detto ancora Zalazar, “erano preparati a questa eventualità”. Nel frattempo gli operai hanno deciso di varcare i cancelli chiusi dell’azienda “per sorvegliare i beni mobili e immobili“, come hanno annunciato gli stessi sindacalisti.

La crisi

L’azienda avrebbe un buco di 28 milioni di dollari e per questo non potrebbe accedere al salvataggio di Stato. Secondo la stampa locale, i vertici della società brasiliana proprietaria di Curtume CBR hanno stimato che per riprendere l’attività servirebbero 5 milioni di dollari. Una stima che trova in disaccordo le autorità locali secondo le quali, come riporta noticiasporelmundo.com, i milioni da trovare per rimettere in servizio i macchinari sono 6,5. Le difficoltà per la conceria argentina hanno avuto inizio diverso tempo fa, ma il crollo verticale degli ordini con CRV ha fatto esplodere la situazione. (art)

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