Etiopia, le concerie chiudono per la carenza di valuta estera

Etiopia, le concerie chiudono per la carenza di valuta estera

In Etiopia le concerie stanno chiudendo. Il problema? La carenza di valuta estera. Questo sarebbe il problema dei problemi, perché la mancante liquidità non avrebbe consentito alle aziende di acquistare i prodotti per la concia, a partire dal sale. Di conseguenza, hanno interrotto anche l’approvvigionamento di grezzo.

Carenza di valuta estera

“Questo settore porta valuta estera nel Paese, tuttavia non ha ricevuto la giusta attenzione dal governo in termini di accesso al cambio” spiega Gizawe Assefa, direttore generale di Bahir Dar Tanneries and Glove Factory, a allafrica.com. Le concerie vendono in effetti il 90% dei loro prodotti in altri continenti incassando in valuta estera, dollari americani principalmente. Al contempo acquistano i beni necessari per la lavorazione, come sale, prodotti chimici e ricambi per i macchinari, da aziende estere. Pagano quindi, a loro volta, in valuta straniera. Ma in questo meccanismo qualcosa ha fatto crac. Questo qualcosa sarebbe, secondo le critiche degli operatori, la banca commerciale dell’Etiopia (CBE). Quest’ultima avrebbe fallito nel suo compito di fornire accesso ai cambi alle concerie per i loro acquisti. Risultato? Le concerie non hanno potuto acquistare prodotti di consumo e pezzi di ricambio trovandosi così costrette a bloccare la produzione.

Chi non chiude, rallenta

Come spiega a allafrica.com il presidente di ELIA (Ethiopian Leather Industries Association), Tattek Yirga, al momento “almeno quattro fabbriche hanno già chiuso, mentre le altre stanno lavorando a una capacità inferiore al 10%“. Bottali fermi a causa della mancanza di prodotti per la concia, ma anche di materia prima. Non avendo liquidità né la possibilità di lavorare la materia prima o anche solo conservarla, mancando il sale, le conceria hanno interrotto l’acquisto di pelle grezza. “Abbiamo fatto una richiesta formale e incontrato i funzionari – conclude Tatek -. Sfortunatamente ci hanno detto che, lasciando da parte gli umili produttori, lo stesso ministro non può avere un accesso preferenziale per ottenere dollari americani“.

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