I Chimici del Cuoio ricevuti in udienza da Papa Francesco

La filiera italiana della concia ricevuta da Papa Francesco

“La vostra professione applica le conoscenze scientifiche e tecniche a un’attività artigianale che ha un’antica tradizione, sia in Italia sia in altri Paesi, tra cui anche il mio, l’Argentina. Da giovane ho studiato in un istituto tecnico di indirizzo chimico, e questo mi avvicina un po’ alla vostra categoria”. Sono le parole di Papa Francesco, pronunciate sabato scorso (29 gennaio 2022) durante l’udienza privata nella quale ha ricevuto l’Associazione Italiuana Chimici del Cuoio che ha coinvolto gli altri rappresentanti della filiera italiana della concia.

L’udienza di Papa Francesco

Grazie all’iniziativa di Mariano Mecenero, presidente di AICC – Associazione Italiana Chimici del Cuoio, la filiera italiana della pelle è stata ricevuta in Vaticano, in udienza privata da Papa Francesco. A rappresentarla, su invito di AICC, c’erano, come scrivono i Chimici del Cuoio, “i rappresentanti delle altre associazioni settoriali che coorganizzano con noi il prossimo Eurocongress (Vicenza, 18/20 settembre 2022)”. In altre parole: UNIC – Concerie Italiane, ASSOMAC (l’associazione dei costruttori italiani di tecnologie per calzature, pelletteria e conceria), UNPAC (l’associazione italiana delle aziende chimiche conciarie) e il Distretto Veneto della Pelle.

Il richiamo del Papa

“Sono contento di ricevervi, per diversi motivi – ha detto Papa Francesco -. Anzitutto perché siete una categoria di lavoratori molto specifica, che nel grande “poliedro” della società globale offre un contributo originale e caratteristico. In questo momento di crisi economica e sociale assai complessa, colgo anche questa occasione per esprimere la vicinanza mia e della Chiesa al mondo del lavoro. Molti lavoratori e lavoratrici e molte famiglie vivono situazioni difficili, aggravate dalla pandemia. Ma la pandemia non può e non deve diventare un alibi per giustificare omissioni nella giustizia o nella sicurezza. Al contrario, la crisi può essere affrontata come un’opportunità per crescere insieme nella solidarietà e nella qualità del lavoro”.

La sfida: i giovani

“È molto importante – ha continuato il Papa – far incontrare la saggezza degli anziani e l’entusiasmo dei giovani. Che si incontrino, questo è il segreto! Immagino i giovani che si appassionano a un settore originale come il vostro e hanno bisogno di trovare “vecchi del mestiere”, che hanno tanto da insegnare, e non solo sul piano tecnico, ma anche su quello umano. Per me la sfida di questo momento è l’incontro fra i nonni e i nipoti, scavalcando i genitori forse, ma quello è un incontro-chiave e dobbiamo lavorare perché i giovani incontrino i vecchi. È una sfida di questo momento”.

L’ambiente e l’importanza di “fare associazione”

Infine, l’ambiente: “C’è un altro aspetto che voglio toccare con voi perché è un punto critico e so che vi sta a cuore. Si tratta dell’impatto ambientale di attività che, come la vostra, utilizzano sostanze chimiche per trattare i materiali, nel vostro caso i pellami destinati a diventare borse, scarpe e così via. Tante cose che usiamo ogni giorno, e non pensiamo al lavoro che c’è dietro! Anche voi, dunque, siete chiamati a dare il vostro specifico contributo alla cura della casa comune. E potete farlo proprio nel modo di impostare il vostro stesso lavoro. Per questa finalità è molto prezioso il fare associazione, perché si mettono in comune le conoscenze, le esperienze, come pure gli aggiornamenti giuridici e tecnici. Così ci si aiuta a crescere insieme in uno stile di responsabilità sociale ed ecologica. E questo è molto importante! Oggi abbiamo più coscienza della responsabilità ecologica; siamo cresciuti in questo, è una grande cosa”.

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