La pelle brasiliana soffre: il caso del distretto di Franca

La pelle brasiliana soffre

La pelle brasiliana soffre. A lanciare l’allarme è il presidente di AMCOA (Associação dos Manufatores de Couros e Afins), Ivan Júnior de Andrade. L’epidemia da CRV avrebbe bloccato la produzione conciaria nel distretto di Franca, nello Stato di San Paolo.

La pelle brasiliana soffre

Come riporta gcn.net.br, secondo de Andrade la maggior parte delle fabbriche e delle concerie di Franca lavorano al massimo tre giorni alla settimana e con un numero ridotto di dipendenti. Il presidente di AMCOA sostiene che da marzo ad oggi “molte concerie sono praticamente chiuse, a causa del volume molto basso di ordini“. Non solo le concerie soffrono, però. A maggio la produzione di pelletteria è stata peggiore che ad aprile, al punto che le aziende del settore “hanno lavorato al 20% del previsto“. E all’orizzonte de Andrade non vede segnali incoraggianti. In altre parole, la ripresa inizierà “solo quando i negozi saranno davvero in grado di aprire e vendere i prodotti”.

Tutto fermo

I problemi riguarderebbero, però, l’intero Stato di San Paolo. Secondo i dati diffusi da SINDICOURO (Sindicato da Indústria do Curtimento de Couros e Peles), le esportazioni di materia prima sono diminuite del 50%. Ancora peggio le vendite sul mercato interno: -70%. Tutto ciò non avrebbe, comunque, comportato gravi contraccolpi sull’occupazione. Il presidente dell’associazione, Jérson Nascimento Júnior, ha spiegato a gcn.net.br che, dopo alcuni licenziamenti durante la prima fase dell’emergenza sanitaria, la maggior parte delle concerie ha fatto ricorso alle misure di sostegno al reddito limitandosi a ridurre la durata dei turni di lavoro.

Primo e ultimo

“Il settore della pelle, in quanto prodotto non essenziale, è in genere il primo a fermarsi e l’ultimo a ripartire – spiega Nascimento Júnior -. Abbiamo affrontato crisi economiche in passato e abbiamo avuto la capacità di riprenderci. Poiché si tratta di una crisi sanitaria, riteniamo che, nel momento in cui le attività torneranno a una nuova normalità e il consumatore si sentirà di nuovo sicuro, il consumo riprenderà. Speriamo che ciò accada gradualmente, a partire da luglio“.

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